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"L'unica opzione per rilanciare la produzione"

Dopo il consiglio straordinario a tema Aferpi, da Confindustria le prospettive per un progetto di rilancio del territorio

"Il magnate algerino (Issad Rebrab, ndr) che nell'affare Piombino ha già impegnato 102 milioni, ottiene credito con difficoltà", questa è quanto affermato da Umberto Paoletti, direttore generale di Confindustria Livorno Massa Carrara. Una dichiarazione alla luce del consiglio monotematico a tema Aferpi durante il quale è stata confessata la difficoltà nell'intercettare finanziamenti.

A due anni e mezzo dalla firma dell’Accordo di Programma per la Riconversione e Riqualificazione del Polo Siderurgico di Piombino, infatti, il piano per il suo rilancio procede con cautela. “Eppure - ha aggiunto il presidente - il piano industriale di Aferpi è l’unica opzione esistente per rilanciare la produzione di acciaio e ridare fiato all’occupazione e non esistono effettive alternative praticabili. Non ci sono sufficienti linee di credito per acquistare i semilavorati indispensabili alla produzione e, in questo momento, un intervento da parte dello Stato con la Cassa Depositi e Prestiti non appare configurabile”.

Il programma di investimento Cevital è corposo (leggi l'articolo correlato), prevede anche lo sviluppo di nuovi ambiti quali l'agroalimentare (o l'agroindustria?) e la logistica. 

“La nostra visione è quella di un’economia circolare, - ha aggiunto Alberto Ricci, presidente della sezione Confindustria - che coniughi i progetti per la siderurgia eco-sostenibile, la demolizione e il refitting navale, il nuovo ampliato Porto di Piombino, in un piano complessivo di rilancio del territorio e di salvaguardia di un indotto già provato da anni di crisi della acciaierie e dalla preoccupazione che tardi il consolidamento degli investimenti e con esso il re-equilibrio occupazionale”.