Lavoro

L'opzione firmata Camping Cig per Aferpi

Su Aferpi Camping Cig non usa giri di parole: "Per anni siamo stati trattati con i peggiori insulti". Ora chiedono credito per le loro proposte

Foto di repertorio

A Piombino si contano i giorni che mancano al 31 ottobre, data entro la quale Cevital dovrà far sapere le sue intenzioni per Aferpi. Per i lavoratori del coordinamento Articolo 1 - Camping Cig risulta impossibile, "c’è ancora chi concede tempo a Rebrab, nella speranza che realizzi in 15 giorni ciò che non ha fatto in oltre due anni", hanno detto.

"È una posizione suicida. - hanno aggiunto - La fabbrica è praticamente ferma da quasi un anno e il rischio è di azzerare il portafoglio clienti ed il sistema commerciale. Per questo ogni giorno è importante". Per questo Camping Cig ha deciso di parlare direttamente ai lavoratori e chiede al Governo, ritenuto "principale responsabile, per azioni ed omissioni, di questa situazione", di prendere in mano la situazione in maniera più incisiva.

"O trova i mezzi per forzare Cevital a passare la mano e trova un nuovo compratore, ma subito, oppure, nell’attesa, riprende in mano la fabbrica e riavvia immediatamente la produzione, stabilendo nello stesso tempo i parametri di funzionamento del polo siderurgico", hanno avanzato senza tralasciare l'inizio delle azioni di bonifica e sollecitare il potenziamento delle infrastrutture.

La sensazione del coordinamento, però, è che la siderurgia non risolverà i problemi occupazionali di Piombino e del territorio e per questo da Camping Cig la richiesta di forme concrete di sostegno al reddito che vanno al di là degli ammortizzatori sociali che non contemplino solo gli operai, ma anche commercianti, artigiani, disoccupati e giovani in cerca di prima occupazione.

"Il governo locale la smetta di dire a parole che sta con i lavoratori e si metta a fare ciò che gli compete: elaborazione di piani di sviluppo locale, azioni di sostegno serie alle categorie svantaggiate, pressioni sul governo centrale, dimenticando per una volta gli interessi di bottega. Dai sindacati pretendiamo che facciano ciò che è il loro: si muovano come forza organizzatrice dei lavoratori e ne organizzino la mobilitazione, creando le condizioni per costruire alleanze sul territorio nell’interesse di tutti. Per anni siamo stati trattati con i peggiori insulti; - hanno concluso - oggi tutti sono obbligati a riconoscere che avevamo fatto fin dall'inizio la giusta analisi della situazione e dicevamo la verità, senza secondi fini, né elettorali, né distruttivi. Oggi vi diciamo: dateci un po’ di credito ed accettate le nostre proposte".