Lavoro

"Non possiamo rischiare sorprese come con Taranto"

L'Unione sindacale di base vuole aspettare il nuovo ministro per l'accordo con Jindal per l'acciaieria e resta convinto sulla nazionalizzazione

"La firma del contratto di vendita con Jindal sia fatta dal nuovo ministro", lo ha chiesto l'Unione sindacale di base dopo l'esperienza di Taranto portata avanti dal ministro allo Sviluppo economico Carlo Calenda. 

"Non possiamo rischiare sorprese dell'ultimo minuto come a Taranto. - hanno sottolineato - Lo scherzo fatto dal ministro sarebbe costato 4mila licenziamenti dopo la scadenza dei 4/5 anni di ammortizzatori sociali. Nella nostra realtà di Piombino non possiamo permetterci neppure un licenziamento voluto da un ministro che la prossima settimana non ci sarà più". 

"Come le trattative di Taranto saranno affrontate dal nuovo ministro anche Piombino dovrà essere sullo stesso piano data la gravità delle siderurgia italiana. - hanno aggiunto - Se per i casi di Piombino e di Taranto la soluzione dei problemi sono i licenziamenti dei lavoratori allora uno Stato che si rispetti deve pensare ad una nazionalizzazione che garantisce non solo i posti di lavoro, non solo la dignità, non solo la speculazione, ma una vera produzione di acciaio, in un mondo di produzione di rotaie e semiprodotto. - e hanno concluso - Lo Stato italiano non può privarsi della siderurgia essendo uno settore strategico per le costruzioni di navi auto, opere civili e non solo".

Intanto il ministro Carlo Carlenda avrebbe assicurato la chiusura dell'accordo per Aferpi entro lunedì (leggi qui sotto l'articolo correlato).