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"Non basta l’emergenza Covid ora anche le gelate"

E' il presidente Cia Livorno Pasquini a lanciare un nuovo grido d'allarme per le colture agricole, comprese quelle della Val di Cornia

Pierpaolo Pasquini, presidente Cia Livorno

"Non basta l’emergenza Covid-19, ora gli agricoltori sono alle prese con gelate tardive e vento", è la segnalazione della Cia Livorno che in una nota segnala le difficoltà del settore agricolo nella provincia di Livorno in questo periodo.

"L’abbassamento delle temperature è stato consistente soprattutto nei valori minimi della notte, con un crollo delle temperature anche di 10/12 gradi centigradi. - ha spiegato il presidente Pierpaolo Pasquini - Siamo passati in poche ore, da quello che gli esperti avevano definito il secondo inverno più caldo in Italia degli ultimi 200 anni, a temperature di alcuni gradi sotto lo zero, con nevicate che hanno interessato anche a bassa quota, zone interne della nostra regione.

"Al momento non è ancora possibile quantificare con esattezza i danni, - ha aggiunto - ma con le colture già in piena germogliazione e con gli alberi da frutto in fiore, non è difficile prevedere che il conto ancora una volta sarà salato. Sono state interessate le coltivazioni di carciofo e altre verdure come la fava da orto. Anche le colture del melone e del cocomero, che nell’area della Val di Cornia vengono messe a dimora già dalla fine di marzo sotto tunnel, hanno subito le conseguenze del gelo".

"Per quanto riguarda la viticoltura, - prosegue - i vitigni più precoci sono stati interessati dai danni (sangiovese, in parte vermentino), con necrosi dei giovai germogli, con una situazione che si presenta diversa a seconda del tipo di allevamento adottato e la ubicazione dei vigneti, risultando particolarmente colpiti quelli di fondo valle. Ed ancora una volta - ha concluso - l’agricoltura, la più esposta agli eventi climatici tra le attività produttive, si ritrova a fare la conta dei danni".