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Anche Legambiente firma le osservazione alla Via

Il presidente di Legambiente della Val di Cornia firma una serie di osservazioni al progetto Aferpi anche se non è facile valutare da un masterplan

Anche il circolo Legambiente della Val di Cornia ha presentato una serie di osservazioni al progetto di riconversione industriale e sviluppo economico delle aree del complesso industriale ex Lucchini e del nuovo assetto dello stabilimento Aferpi. 

Lagambiente parte dal presupposto che l'impatto ambientale della nuova acciaieria comprendente le colate continue, il parco rottami e tutte le infrastrutture e servizi collegati sono di forte impatto e non può essere accettato un confronto con l'impatto di quando funzionava il ciclo integrale in quanto questo riguarda il passato. In questo nuovo scenario va tenuto conto di aspetti come rumore, polveri fini o inquinamento provocato da un parco rottami maggiore

"La legislazione vigente nazionale e regionale prevede che la costruzione di un impianto complesso come quello di una nuova acciaieria prevede una Valutazione di Impatto Ambientale", ha sottolineato nel carteggio Legambiente. E proprio di ambiente si deve tener conto se si pensa all'area interessata dal nuovo assetto industriale; parliamo, infatti, di vegetazione palustre e di pertinenza fluviale dove il Piano strutturale di area stabilisce la conservazione del suolo, del sottosuolo, delle acque, della flora e della fauna. E proprio di zone umide e zona costiera dovrà tener conto la Valutazione di Impatto Ambientale.

Il progetto industriale di Aferpi, come recita l'osservazione, implica variazioni del Piano Strutturale d'area anche sulle infrastrutture strategiche del Comune di Piombino, soprattutto sull'asse di penetrazione al porto di Piombino, disegnando un altro percorso della strada statale 398, "non più interna alle aree industriali, accanto alla linea ferroviaria - ha spiegato Legambiente - ma detta strada passerebbe vicinissimo alle abitazioni dei quartieri Poggetto e Cotone, impattando e peggiorando la qualità della vita degli abitanti".

"Il progetto industriale di Aferpi non può non dover essere valutato nel proprio complessivo impatto ambientale, per le complesse implicazioni di emissioni, impatti paesaggistici, oltre a impatti di servizi e infrastrutture che al momento non sono valutabili, - ha concluso Adriano Bruschi, presidente di Legambiente Val di Cornia - mancando un progetto vero e proprio, non solo definitivo o esecutivo, ma neanche preliminare di massima ma solo un masterplan che è impossibile da valutare compiutamente".