Attualità

Arci e Samarcanda per l'accoglienza

Una lunga nota quella delle due realtà locali per sensibilizzare all'accoglienza e al sostegno, allontanando paure e politica

Arci Piombino - Val di Cornia e il Circolo culturale Samarcanda riprendono il discorso su immigrazione e accoglienza. In primo luogo, senza entrare nel merito delle accuse verso il sindaco di Riace Mimmo Lucano, esprimono solidarietà verso tutti coloro che si adoperano e lavorano per l'accoglienza, la solidarietà e il rispetto dell'essere umano, immigrato o no.

"Esprimiamo il nostro disappunto e vergogna verso coloro che gioiscono dei mali altrui ed esprimono un concetto di stato autarchico e fascista. - hanno detto in una lunga nota di cui riportiamo alcuni estratti - L’Arci Piombino Val di Cornia Elba e Samarcanda vogliono affermare con forza alcuni concetti che li contraddistinguono e che sono patrimonio del proprio Dna e di cui ne fanno motivo di impegno volontario ogni giorno".

"Occorre prima di tutto trovare la giusta collocazione del fenomeno migratorio, pensarlo prima di tutto come risorsa e non come problema. - hanno aggiunto - La realtà è complessa e come tale richiede risposte articolate e condivise. Le migrazioni, gli uomini e le donne delle migrazioni, le loro storie fanno parte di una storia globale. La migrazione, la paura, è la vera grande sfida che ci riguarda tutti e tutte!". 

Un appello quello di Arci e Samarcanda che arriva in "un momento difficili, drammatico, dove le paure e gli strateghi di una politica ciarlatana e xenofoba - dicono - hanno preso campo e appare improprio dire che dobbiamo mettere al centro l'uomo".

Un appello all'accoglienza, insomma, che da anni contraddistingue le due realtà locali.

"L’Arci e Samarcanda, qui nel nostro territorio, ma ovunque, devono essere oggi più di ieri un sostegno e una sollecitazione a far superare le paure, a far rivivere la politica non come opportunità di lavoro, e di interessi particolari, ma come senso reale della comunità. - hanno detto - Ma se di sfida si tratta è altrettanto vero, che non può essere lasciata al caso, ad una sorta di pietismo da una parte o di irrigidimento dall’altra. Pubblico e privato devono trovare momenti di sinergia e aiuto comune, bisogna lavorare concretamente per percorsi integrati. Ecco perché - hanno concluso - siamo dalla parte di chi opera per l’accoglienza e il rispetto dell’essere umano e non con chi gioisce delle disgrazie altrui, delle sofferenze dei più deboli, di chi non ha niente e cerca un minimo di solidarietà. Una vita più dignitosa".