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“Avviare programma di archeologia industriale”

È quello che chiedono i promotori dell’appello contro la demolizione dell’Afo4, ritenuto l’ultima testimonianza del ciclo integrale dell’acciaio

Tra poche settimane la ditta incaricata da Jsw Steel Italy inizierà la demolizione dell’Altoforno n. 4, ultimo superstite della batteria altiforni dello stabilimento di Piombino. I promotori dell’appello contro la demolizione hanno avanzato al Consiglio Comunale di Piombino un ordine del giorno in cui si ribadisce l’importanza di fermare la demolizione e avviare un programma di archeologia industriale finalizzato alla salvaguardia e al recupero delle testimonianze materiali più significative dello stabilimento siderurgico.

“La zona dell’altoforno n. 4, vicina anche all’antica borgata del Cotone e del Poggetto, potrebbe rappresentare uno spazio di promozione culturale, di riconnessione con la città e di fruizione pubblica. - hanno commentato - Una tessera, come dimostrano esperienze consolidate in Europa e oltre, spendibile sul mercato del turismo culturale inserito in un mosaico fatto di molteplici attività economiche. Da troppi anni il tema dell’archeologia industriale è stato sollevato senza trovare volontà politiche e risultati concreti: l’altoforno n. 1, l’agglomerato, l’altoforno n. 3, sono stati anzi irresponsabilmente demoliti”.

“Il lavoro in fabbrica - hanno proseguito - è un elemento centrale dell’identità della nostra comunità e della Val di Cornia è fattore di dignità collettiva che per oltre un secolo ha formato migliaia di generazioni. L’altoforno n. 4, unico sopravvissuto all’ignoranza demolitrice, nonostante la sua più giovane età, resta l’ultima testimonianza del ciclo integrale dell’acciaio, che ha caratterizzato il Novecento e il nostro territorio e per questo può essere, un punto di riferimento, un elemento di connessione tra la memoria del lavoro industriale e le nuove lavorazioni e attività produttive. Esistono in Italia e nel mondo luoghi dove l’Industrial Heritage (ovvero il patrimonio industriale) offre la possibilità di rendere ancora visibili e concreti i mezzi di produzione passati. Piombino è stata cruciale per lo sviluppo del Paese e meriterebbe di essere inserita in questo circuito. Il cuore pulsante di una società è rappresentato dagli apparati produttivi, motori del miglioramento qualitativo della società stessa in un continuo processo di trasformazione e avanzamento sociale e culturale. Piombino potrebbe rappresentare questo binomio tra cultura e produzione di fronte ai nuovi scenari in cui si prospetta l’arrivo di nuovi investitori. L’arma per uscire dalla crisi è il lavoro insieme alla cultura, perché il lavoro stesso è cultura e viceversa”, hanno concluso.