Politica

"Bandi concessione a fine mandato, quale motivo"

Tengo a Piombino: "L'amministrazione si appresta a rilasciare nuove concessioni per 360 metri circa, togliendo la spiaggia libera in quella zona"

"Apprendiamo che saranno bandite quattro nuove concessioni balneari in località Torre mozza, tre a sud e una a nord, opportunità che vedranno la luce anche grazie ai ripascimenti dell’arenile pagati con i soldi pubblici. Singolare anche l’atto politico di emettere una determina di indirizzo a due mesi dalla scadenza del mandato elettorale".

Ad osservarlo è la lista Tengo a Piombino composta da Ascolta Piombino e Azione con Riccardo Gelichi e Cristiano Sabini.

"Del resto la determina dirigenziale n. 408 del 21 maggio 2020, che riporta espressamente che nel Comune di Piombino vi è la possibilità di rilascio di nuove concessioni per nuovi investitori, essendoci ancora molta spiaggia libera, a suo tempo assunse un indirizzo meramente tecnico e non politico, perché non passò dalla giunta comunale. - hanno proseguito - Quindi con il bando, questa amministrazione si appresta a rilasciare nuove concessioni per un fronte mare complessivo di 360 metri circa nella zona di Torre Mozza, togliendo praticamente la spiaggia libera in quella zona. Vogliamo ricordare che anche la spiaggia libera è una forte attrazione turistica e ridurla fino a rendere il litorale pressoché in mano ai privati, oltre che penalizzare i cittadini sempre più costretti a spiagge di fortuna, pena il pagamento di servizi, non tiene conto del fatto che molti turisti hanno scelto Piombino proprio per un attento equilibrio tra spiaggia libera e spiaggia in concessione".

"Sarebbe stato meglio togliere definitivamente quei 360 metri oppure redistribuirli su tutto il litorale con piccoli ampliamenti per i gestori attuali con la previsione di realizzare degli spazi ludico sportivi ad uso pubblico. Questa politica di riduzione della spiaggia pubblica non è utile ai cittadini, al turismo e tanto meno risolve il problema del rinnovo delle concessioni esistenti", hanno concluso Gelichi e Sabini.