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Nuova vita per il bar confiscato alla mafia

La gestione è stata affidata all'Agenzia nazionale per i beni confiscati ed ha nuovi dipendenti. Anche il sindaco e la sua giunta si siedono a tavola

Il pranzo della giunta al bar Mirò

Un gesto simbolico a favore della legalità e della democrazia, per dimostrare che l'antimafia può trasformarsi in opportunità. Con questo spirito il sindaco Massimo Giuliani e la giunta municipale hanno deciso di fare un pranzo di lavoro al bar Mirò, il locale in via Ferrer confiscato alla malavita organizzata nel marzo scorso dalla Guardia di Finanza.

Adesso il Mirò è sottoposto ad amministrazione giudiziaria con una nuova gestione affidata dall'Agenzia nazionale per i beni confiscati e con nuovi dipendenti. Una scommessa e un modello positivo percorribile, sperimentato già in altre parti d'Italia, che si basa sulla qualità e su un nuovo rapporto con la città.

“Mantenere in vita questo progetto significa affermare in modo concreto e visibile il principio di legalità proprio nei luoghi in cui esisteva un potere malavitoso – ha affermato il sindaco - si sconfigge il falso mito dell'invincibilità di questi poteri perché si dimostra che anche le ricchezze della mafia sono colpite dall'azione dello Stato. Piombino è una città solida da questo punto di vista, ma proprio per questo è importante contrastare con fermezza qualsiasi forma di infiltrazione mafiosa nel nostro territorio. Questi beni confiscati possono diventare una risorsa per il territorio, anche in termini di crescita civile”.

“Per sensibilizzare i cittadini, soprattutto giovani ma non solo – continua il sindaco - insieme all'associazione “Libera”, alla comandante della Guardia di Finanza e all'avvocato Cristina Polimeno che sta seguendo il progetto, abbiamo pensato un percorso che coinvolga il tessuto associativo della città e porti a far conoscere questa nuova realtà a Piombino come esempio positivo di crescita democratica.”