Altro che incontro interlocutorio, per il Camping Cig quello del 9 Luglio al Mise è stato un incontro con esito negativo.
"L'azienda continua a dettare l'agenda, a cui il governo si adegua passivamente. In pratica, l'uno crea l'alibi all'altro per tirare a campare senza fare nulla di concreto e verificabile. Infatti, dopo più di 4 mesi dal precedente incontro, Jsw non assume alcun impegno preciso e verificabile sul primo forno elettrico; né sugli smantellamenti; né sulla tempra, secondo alcuni poco utile senza ammodernamento del treno. Si tira avanti senza prospettive definite, nel silenzio accomodante delle stesse organizzazioni sindacali rappresentate nell’incontro del 9: nessuna iniziativa di mobilitazione", hanno detto in una nota.
"Intanto, - hanno aggiunto - lo stabilimento perde milioni ogni mese, mentre si tenta di tornare ad assurde produzioni di 30 anni fa, come gli acciai al piombo. In fabbrica si sta instaurando un clima intimidatorio e a Ottobre-Novembre scadrà la Cig. Non è più il tempo dei rinvii: azienda e governo devono dire la verità e dirla subito".
Per il Camping Cig i fatti dimostrerebbero che "Jsw non ha alcuna intenzione di realizzare il piano annunciato da Jindal a suo tempo e può contare sul silenzio complice delle istituzioni, proprio come ai tempi di Rebrab".
Quindi di fronte a questa situazione per il coordinamento bisognerebbe improntare un piano B per l'area di crisi complessa di Piombino che definisca: la scelta strategica della siderurgia con o senza Jindal contemplando anche il ruolo del pubblico; la verità sui numeri degli occupati diretti e dell'indotto; gli interventi pubblici per far decollare la diversificazione economica; l'avvio delle bonifiche del Sin.
"Per rinascere, Piombino deve essere presa in considerazione come emergenza nazionale per l'emergenza sociale, ambientale e produttiva che vive da lunghi anni. Tale emergenza richiede interventi pubblici, non più rinviabili, di portata epocale", hanno concluso.