Lavoro

"Strappare al Governo un piano di rinascita"

Il Camping Cig ha consegnato un documento ai rappresentanti sindacali chiedendo maggiore partecipazione e coinvolgimento

I cassintegrati del Camping Cig hanno consegnato un documento a Rsu e dirigenti sindacali provinciali e nazionali dei metalmeccanici, convenuti al Centro Giovani di Piombino nella mattina di lunedì 28 Giugno. Nel documento si ribadisce come secondo gli attivisti del Camping Cig tale riunione avrebbe dovuto essere aperta alla partecipazione dei lavoratori e delle lavoratrici, al pari delle altre. Ma soprattutto viene suggerita una forte mobilitazione più incisiva nei confronti del Governo.

Riportiamo il documento integrale:

"Mobilitarsi subito a Piombino, per essere poi in tanti a Roma. La scelta dei sindacati di portare i lavoratori a Roma secondo noi dovrebbe essere il coronamento di una serie di iniziative che partano dal territorio, per imporre il caso del declino inarrestabile delle fabbriche e della città di Piombino quale questione nazionale, dalla Magona a Jsw.

Se vogliamo incidere a fondo sulle scelte che verranno prese per Piombino, dato che nessuno ci regalerà niente, i numeri delle persone che riusciremo a mobilitare faranno la differenza: a questo scopo, vanno proprio lasciati da parte discorsi disgreganti tipo 'chi non la pensa come noi non è ben accetto', o 'se non vi sta bene quello che noi abbiamo deciso, fatevi le vostre iniziative'. Se a Roma ci si fermasse ai livelli di partecipazione messi in campo con le ultime iniziative promosse dalle organizzazioni sindacali (v. presidio nell'area aziendale della portineria centrale Jsw; manifestazione sotto il Comune di Piombino), si rischierebbe di chiedere uno sforzo che potrebbe non portare i risultati desiderati e necessari: non serve proprio l'ennesima passerella per esponenti politici e istituzionali, i quali negli anni hanno fatto un sacco di promesse ma niente di concreto nei fatti. I risultati si ottengono solo con un calendario programmato, incominciando subito, di crescenti mobilitazioni pacifiche e nonviolente, talmente forti e determinate da incidere in modo significativo e percepibile sullo svolgimento delle normali attività pubbliche e private nel territorio comunale (e fuori di esso), dai trasporti ai servizi non urgenti e indispensabili.

Con tale prospettiva, siamo convinti che bisogna ripartire dal basso con assemblee e confronti tra RSU/lavoratori/cittadini per la costruzione di un collettivo sociale consapevole che tenga insieme tutte le problematiche del territorio: circa 3000 posti di lavoro a rischio, che se dovessero venire a mancare si ripercuoterebbero sull'economia di tutto il comprensorio; pesante ridimensionamento dell'ospedale; bonifiche e smantellamenti industriali non più rinviabili, sia per tutelare la salute pubblica per esempio dall'amianto della cokeria, sia per costruire uno sviluppo alternativo; infrastrutture 398/linea ferroviaria/porto.

Piombino come caso nazionale, per cui bisogna strappare al Governo un Piano di rinascita che impieghi risorse di portata storica del PNRR, di cui si sa poco o nulla, a partire da un'alleanza nuova fra lavoratori e cittadinanza, per rilanciare la produzione di acciaio di qualità con impianti moderni, meno inquinanti, lontani dall'abitato e affermare un futuro in cui abbiano spazio agricoltura e turismo rispettosi della natura, capaci anch'essi di offrire ai giovani posti di lavoro qualificati e dignitosi".