Politica

Cardiologia, levata di scudi da destra a sinistra

Il ridimensionamento del reparto di cardiologia di Villamarina apre una serie di preoccupazioni anche per il futuro degli altri reparti

La politica si mobilita per fissare una lente sul futuro del reparto di cardiologia di Villamarina.

"I circoli di Sinistra Italiana - AVS di Piombino e di Campiglia/San Vincenzo esprimono amarezza nel constatare come ci si prepari alla completa dismissione del reparto. - hanno commentato - Siamo da sempre contrari al disegno della Regione Toscana di ridimensionare Villamarina e questo non è accettabile come cittadini di Piombino e della Val di Cornia, prima che come militanti politici. La sanità non si smantella e la riduzione dei fondi prevista dal governo non può essere una scusa per favorire soltanto i grandi centri di cura, peraltro tutti ubicati a breve distanza tra loro. La nostra presenza nella nuova maggioranza deve essere legata a una effettiva discontinuità nelle politiche regionali, così come abbiamo ripetuto in campagna elettorale. Ci stiamo già muovendo in tutte le sedi per difendere Villamarina e per imporre una nuova visione rispettosa di tutti i cittadini toscani, indipendentemente dalla loro residenza. Offriamo il nostro totale supporto all’azione dei sindaci, dei sindacati o di qualunque altro soggetto decida di mobilitarsi".

Da Forza Italia la preoccupazione si estende anche ai reparti di chirurgia, ortopedia, anestesia e rianimazione "in quanto - ha spiegato il responsabile Sanità Mario Atzeni - verrebbe gravemente limitata l'attività di sala operatoria. Di fatto la decisione della ASL sancisce la fine dell'Ospedale Villamarina. Dove sono finiti i sette cardiologi che la ASL ha promesso qualche mese fa? - ha proseguito - Ma tanto lo sappiamo perché eravamo in campagna elettorale e le promesse, come sempre, fioccano. Sembra di vedere un déjà vu quando nella primavera del 2019 fu dichiarato dalla ASL che il punto nascita di Piombino non sarebbe mai stato chiuso, per chiuderlo invece poche settimane dopo la chiusura delle urne elettorali. Siamo stufi di quest'atteggiamento della direttrice dell'ASL Casani. Certe decisioni vanno prese dopo averne discusso in maniera limpida, con tutti i sindaci delle Valli Etrusche e con i direttori dei reparti ospedalieri interessati. Chiediamo l'intervento urgente del neo-assessore regionale alla sanità Monni, e chiediamo le dimissioni della direttrice Casani perché non è più tollerabile il suo atteggiamento".

"Questa non è solo una questione di organico specialistico, è la manifestazione dolorosa di una politica sanitaria che non tiene conto delle condizioni socio-economiche dei cittadini ma che guarda solo al pareggio di bilancio. - hanno commentato da Rifondazione Comunista - Evidentemente ridimensionare un reparto importantissimo come la Cardiologia li aiuta in questo senso. D’altronde il DM 70/2015, cioè quello di applicazione degli standard Balduzzi, fu elaborato di concerto tra il Ministero della Salute e il Ministero delle Finanze. Di concerto, perché uno degli obiettivi del DM 70/2015, cosiddetto Decreto Balduzzi e del relativo Regolamento era, ed è, l’uso appropriato delle risorse. Crediamo sia il caso di farci un ragionamento su queste parole.Ma comunque noi non ci scandalizziamo, denunciamo. Quello che ci sconcerta, ma non più di tanto, a dire il vero, è che decisioni con impatti così significativi sulla salute pubblica vengano maturate e assunte senza un confronto preventivo e trasparente con i sindaci e le Direzioni dei reparti ospedalieri coinvolti. E’ questa una gravissima mancanza di trasparenza, oltre a un gravissimo disinteresse su un tema che doveva essere centrale per il sindaco, e a farne le spese sono i cittadiniIl vero problema, però, come denunciamo da tempo, è la povertà sanitaria. Il reparto di Cardiologia non è negoziabile per la sicurezza dei cittadini di Piombino e di tutta la Val di Cornia, perché ogni cittadino ha pari diritto e dignità, e l'accesso agli stessi standard di cura non può essere negato solo in base alla residenza".