Attualità

Casa delle donne, un errore scatena la polemica

L'assessora Bezzini: "Nell'atto una sfumatura in termini linguistici che si traduce in una differenza sostanziale"

Il municipio di Piombino

Tra i progetti dell'Amministrazione comunale c'è l'intenzione di acquisire un immobile confiscato alla mafia per realizzarvi una Casa delle donne. Consultando l'Albo pretorio del Comune di Piombino la delibera che annuncia l'atto di manifestazione di interesse riporta la dicitura Casa rifugio, dicitura che ha scatenato le perplessità di molte persone considerato che questo tipo di strutture sono luoghi protetti legati alla segretezza della loro ubicazione.

A farlo notare sono stati i gruppi consiliari di opposizione Pd e Anna per Piombino che hanno riconosciuto l'atto lodevole, ma vanificato dall'indicazione dell'indirizzo dell'immobile individuato riportato nella delibera. In una nota Pd e Anna per Piombino hanno contestato il modo d'agire domandandosi se questo tipo di progetto sia stato condiviso nella Società della Salute. "Evidente la leggerezza, se non addirittura l'incompetenza dell'assessora Carla Bezzini, con delega alle pari opportunità, e della giunta tutta, nel non aver avuto nessun dubbio sulla formulazione della delibera, proprio per la riservatezza che caratterizza questi progetti", hanno commentato da Pd e Anna per Piombino.

Non è tardata ad arrivare la replica dell'assessora alle Pari opportunità Carla Bezzini. "La delibera riguardo l’acquisizione dell’immobile confiscato alla mafia è un mero atto volto a manifestare l’interesse del Comune ad acquisire quel bene nella quale è stata spiegata sinteticamente la volontà di utilizzarlo a favore di progetti per la parità di genere e a supporto delle donne in difficoltà. - ha spiegato - Per un errore è stata pubblicata la prima stesura della delibera che riportava la dicitura Casa rifugio poi corretta in Casa delle donne. Una sfumatura in termini linguistici che si traduce in una differenza sostanziale: una Casa delle donne è una struttura di accoglienza per donne in stato di disagio o di difficoltà che necessitino di tutela e sostegno e non è vincolata ai requisiti progettuali di segretezza richiesti per una Casa rifugio, tutt’altro. Si tratta di un progetto da mesi oggetto di studio in collaborazione con Società della salute e che, a prescindere dall’acquisizione del bene in questione, è nostra intenzione realizzare".

"Mi dispiace molto - ha aggiunto - che un’iniziativa virtuosa nelle mani del Pd sia diventata un’arma per attaccare ancora una volta l’amministrazione in modo così aggressivo: è indubbio che se si fosse trattato effettivamente di una Casa rifugio, quanto apparso sulla stampa avrebbe danneggiato il progetto ma così non è, e il Pd, ancora una volta, ha colto l’occasione per scagliarsi sull’amministrazione in modo violento. Il dibattito politico troppo spesso diventa occasione per insultare chi si impegna in progetti a vantaggio della comunità: le critiche, quelle sì, sono indispensabili ma se si trasformano in aggressività e attacchi personali non è più sul piano della politica che dobbiamo interrogarci".