Politica

Chiesta la rimozione dei manifesti Pro vita

Pd: "Concedere uno spazio in una città a favore del diritto all'autodeterminazione della donna è un fatto ancora più grave"

La Federazione Pd Val di Cornia Elba e il Coordinamento Partito Democratico Piombino in una nota sono intervenuti in merito alla campagna dell'associazione Pro vita e famiglia arrivata anche a Piombino.

"L'associazione Pro vita e Famiglia è celebre per aver organizzato una feroce campagna in molte realtà come Roma e Milano contro la pillola abortiva Ru486 utilizzando immagini colpevolizzanti nei confronti delle donne, comparando il diritto di abortire all'assassinio e al suicidio. - hanno ricordato - I manifesti riportavano una donna distesa per terra con occhi chiusi e la scritta: 'Prenderesti mai del veleno? Stop alla pillola abortiva RU486, mette a rischio la salute e la vita della donna e uccide il figlio nel grembo'. A Milano e Bergamo i sindaci hanno rimosso i manifesti della campagna shock e numerose proteste si sono mosse nelle altre città italiane che li hanno ospitati. Pro vita e Famiglia è un'associazione che non esprime un libero pensiero, ma un giudizio feroce su quelle donne che hanno intrapreso la decisione di abortire. - hanno sottolineato - È un attacco alla legge 194 e alla libertà delle donne di decidere individualmente e in autonomia sul proprio corpo e sulla propria vita".

"Concedere uno spazio alla campagna dell'associazione Pro vita e Famiglia non significa quindi garantire la libertà di espressione. - hanno commentato - Concedere uno spazio in un Comune come il nostro che, il 5 Febbraio 2019, ha approvato un ordine del giorno promosso da Spirito Libero, che promuoveva la piena applicazione della L. 194/78 riconoscendo Piombino città a favore del diritto all'autodeterminazione della donna è un fatto ancora più grave. - hanno sottolineato - Non si deve confondere la libertà di pensiero ed espressione con la libertà di calpestare un diritto, emettere un feroce giudizio sulla scelta di un singolo individuo e mettere in discussione la legge 194. Per questo motivo è necessario aprire una riflessione profonda e non sottovalutare il messaggio contenuto in quei manifesti. Siamo convinti che il sindaco di Piombino Francesco Ferrari, al pari di altri suoi colleghi sindaci, possa difendere la libertà delle donne e procedere immediatamente con la rimozione dei manifesti".