"Il sindaco uscente Ferrari mette in pericolo il polo della maricoltura. Il 13 Maggio scorso, con la determina dirigenziale n. 556/2024, sono state messe a gara le tre concessioni storiche di itticoltura più importanti del nostro comune, tra cui Agroittica Toscana, recentemente sbarcata sui mercati di Tokyo".
Anche il Partito Democratico e la coalizione di centrosinistra per Gianni Anselmi si è unita al coro di preoccupazione rispetto alla mossa dell'Amministrazione Ferrari in fatto di concessioni demaniali.
"Ci aspettavamo che, dopo il chiarimento del Ministero dei Trasporti del 30 Aprile 2024 e la comunicazione della Commissione europea C33E sulla non assoggettabilità delle concessioni per itticoltura alla direttiva servizi, l'amministrazione procedesse con la revoca della determina dirigenziale 1598/2023. Quest'ultima predisponeva l’avvio delle procedure di gara per la maricoltura di Piombino, nonostante la legge sulla concorrenza n. 118/2022 escluda esplicitamente acquacoltura, mitilicoltura e cantieristica dalle gare. L'amministrazione del sindaco uscente, invece, ha deciso di avviare le procedure di gara, rischiando di demolire uno dei più importanti interventi di diversificazione economica legata all’economia del mare, faticosamente creato".
"Il polo produttivo di Piombino è il più grande d'Italia, con una produzione che rappresenta il 40/50% dell’intera produzione ittica nazionale d’allevamento e con 200 posti di lavoro oltre l'indotto. - hanno ricordato - Il rischio è che, oltre ad aprire a offerte concorrenti da parte di gestori potenzialmente interessati, si possa vedere la chiusura di aziende del nostro territorio con conseguente perdita di posti di lavoro e interruzione della produzione fino a nuova assegnazione. Nel sud della Toscana, i produttori di Orbetello e quelli di Lavagna sono alla ricerca di soluzioni alternative per l’allevamento off shore, mentre alcune multinazionali del settore potrebbero approfittare della situazione. Piombino è un luogo particolarmente indicato per l’itticoltura per le caratteristiche del Golfo, la logistica di terra e la vicinanza con gli snodi stradali. L’avvio di queste inutili procedure di gara produrrà un forte interesse per quelle aree, col rischio di perdere il controllo del settore da parte di aziende piombinesi o di avvitarsi in contenziosi. Nel frattempo, - hanno concluso - si rischia di demolire il polo produttivo di Piombino".