RIGASSIFICATORE

“Contraddizione sul no al rigassificatore”

Sinistra Italiana a Piombino ha evidenziato le due posizioni riguardo al rigassificatore, una del sindaco Ferrari e una del suo partito

“È curioso, per non dire imbarazzante, vedere un sindaco schierarsi pubblicamente contro il rigassificatore nella sua città, mentre il suo stesso partito, al governo nazionale, stringe accordi con gli Stati Uniti per aumentare l’importazione di gas liquido”. Ad evidenziarlo è Sinistra Italiana a Piombino.

“Da una parte - hanno spiegato in una nota - si dice no a un'infrastruttura che è necessaria a gestire proprio quelle forniture che la presidente del Consiglio è andata a promettere oltreoceano; dall'altra si pretende di avere credibilità nel parlare di difesa del territorio, sicurezza energetica e transizione ecologica. Senza considerare che, a causa del cosiddetto Decreto Sicurezza fortemente voluto dalla destra di governo, che lo ha approvato forzando la discussione parlamentare, le proteste contro le infrastrutture energetiche sono vietate e i partecipanti ad eventuali manifestazioni sono diventati passibili di arresto”.

“Anche su questo argomento non abbiamo notizia di prese di posizione del sindaco o dei suoi alleati e quindi desumiamo che siano tutti d’accordo su questa stretta illiberale che criminalizza il dissenso. - hanno proseguito - Ma la contraddizione non finisce qui. Perché in tutto questo rimbalzo tra promesse e proteste, si dimentica un punto fondamentale: la transizione energetica non si fa con il gas, che fra l’altro viene estratto tramite il fracking, cioè la fratturazione idraulica di rocce di scisto (shale gas), che è estremamente dannoso per l’ambiente contaminando le falde acquifere e inquinando l’aria con metano e altri composti organici volatili”.

“Mentre il governo stringe nuovi contratti per alimentare il sistema con combustibili fossili, gli investimenti sulle rinnovabili restano marginali e spesso ostacolati da burocrazia e scelte politiche miopi. Il sindaco Ferrari ci dica una volta per tutti quali sono le intenzioni del governo e quali contromisure intenderà attuare nel caso, ormai più che probabile, che il Governo Meloni decida di non spostare la nave”, hanno concluso.