Politica

"Ennesimo protocollo, ma di risultati neanche uno"

A margine della firma dei due protocolli d'intesa, Coppola e Aurioso (Udc): "Le proposte si concretizzino altrimenti sarà aria fritta"

Luigi Coppola

"Ancora una volta a Piombino e negli edifici del comune si contempla un antico rito: la firma dell’ennesimo protocollo", così il segretario provinciale Udc Luigi Coppola e il coordinatore locale Massimo Aurioso hanno commentato quanto accaduto venerdì pomeriggio a Piombino per la firma dei protocolli d'intesa per gli insediamenti nelle aree portuali.

"Purtroppo, eventi di questo tipo sono stati celebrati fin troppo negli ultimi 10 anni, ma di risultati concreti neanche uno. - hanno commentato - Rispettiamo il lavoro di tutti i protagonisti, sia pubblici che privati, ma dopo tante promesse disattese, è ovvio che la credibilità sia scaduta. Il porto è una cattedrale nel deserto, la 398 è ancora alla fase progettuale dopo 30 anni di dibattito, la principale area siderurgica ancora un’incognita. La città non ne può più. Purtroppo oramai è passata dallo scetticismo alla rabbia, e questo è un brutto segnale. Non si dimentica facilmente la fiducia con carta bianca concessa a Khaled e poi a Rebrab, nonostante fossero evidenti le loro carenze programmatiche". 

"Se poi il vero intento è sempre e solo stato quello di allungare il più a lungo possibile gli ammortizzatori sociali, allora è un’altra cosa, ma avrebbero fatto bene a dirlo nel rispetto di una comunità intera", hanno aggiunto i due esponenti Udc. In merito a Rimateria, "prima che i dirigenti Aferpi si esprimano sulla discarica con impegni precisi, sarebbe opportuno che prima decidessero cosa fare concretamente dello stabilimento di Piombino". 

"A questo punto - hanno concluso - serve che le proposte sottoscritte si concretizzino, dopodichè si potrà credere ai protocolli d’intesa, altrimenti, si tratterà ancora una volta di aria fritta come è stato fino ad oggi. Le vecchie liturgie preelettorali della politica del secolo passato sono superate, non serve affrettarsi gli ultimi mesi con manutenzioni pubbliche e simposi programmatici per recuperare il consenso, il mondo è cambiato e quei tempi non torneranno più. Forse nemmeno più i voti".