È morto Maurizio Maggioni, nato a Campiglia nel 1960, scrittore e saggista, uno dei fondatori del Foglio Letterario di Piombino. Restano i suoi libri, le poesie che ha dedicato a Piombino e gli studi che ha incentrato sulle sue passioni esoteriche. “Vogliamo ricordarlo con le parole dello storico Paolo Gentili, amico di vecchia data di Maurizio. Ci mancheranno il suo sorriso e la sua intelligenza”, ha detto Gordiano Lupi caro amico di Maurizio Maggioni.
Caro, vecchio amico mio… non ci sei più. Oggi, dopo pochi, ingiusti mesi di malattia, così, quasi senza disturbare, in silenzio, come sempre, hai detto addio a tutti e sei scappato via da questo mondo, che non ti è mai piaciuto troppo. Con esso hai lottato tutta la vita, per adattarlo e adattarti alle sue stranezze e alle sue ingiustizie, a volte vincendolo, più spesso uscendone sconfitto, ma sempre con onore, con una tua motivazione,ragionevole e mai banale. In questo, sei stato migliore di tutti noi, vecchi tuoi amici di sempre. A noi, proprio a noi, resta il dispiacere, la colpa, di non averti sempre capito e sempre aiutato nella tua battaglia, ma non quello di non averti voluto bene, in questi anni di oblio, quello no. Un solo ricordo, adesso, mi rimane, fra tutti quelli di una vita intera che mi tornano, inevitabilmente e crudelmente, oggi, alla mente, a rammentarmi la persona che eri e che, ne sono sicuro,noi non potremo mai essere: pochi giorni fa, quando ti ho salutato per l’ultima volta, e non lo sapevamo, con il sussurro che ti era rimasto per voce, ma con lo sguardo attento del vecchio amico, mi hai chiesto come stava mio figlio, che tu non avevi mai veduto ma che per te era importante perché sapevi che lo era per me. Quella domanda mi ha lasciato senza parole, perché mi ricordava, all’improvviso, quello che potevamo perdere, perdendo te. Il tuo volto accorato e gonfio, pieno di ignobili suture, ma nobili su di te, incapaci di nascondere il tuo animo gentile, mi rimarrà sempre dentro. Insieme a quella domanda, che, in quel momento, credevo origine di un rimpianto irresolubile, quello di un tempo in cui eravamo giovani e felici e illusi e che mi sembravaperduto. Ma sbagliavo. Quel tempo passato ha trovato, proprio in quel momento, per noi due decisivo,il suo riscatto finale e quella domanda ha chiuso, perfettamente, il circolo di una vita intera e, una vola di più, ti ha rivelato per quello che eri, che sei. Caro, vecchio, gentile, invincibile amico mio, ti ameremosempre.
Paolo Gentili