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La crisi non molla, Confindustria corre ai ripari

Aferpi ferma e l'indotto bloccato apice di una crisi che perdura. Confindustria lancia un grido d'allarme per il futuro della Val di Cornia

Programmare le attività per combattere la crisi, è questo il mantra che ha mosso le aziende del comprensorio di Piombino e della Val di Cornia a riunirsi per il primo appuntamento del 2018.

Numerose sono state le Aziende che hanno partecipato alla prima riunione dell’anno di Confindustria Livorno Massa Carrara, che si è tenuta giovedì pomeriggio presso la delegazione di Piombino. Al vaglio diversi temi, dagli strumenti a sostegno dell’innovazione delle imprese nell’ambito del piano nazionale Industria 4.0 alla programmazione delle attività della Delegazione di Piombino e Val di Cornia per l'anno 2018.

“Il perdurare della crisi economica, che ha colpito il Comprensorio di Piombino e della Val di Cornia, sta causando effetti drammatici senza precedenti. - ha affermato il direttore generale degli Industriali Umberto Paoletti - Ad oggi l’ex Lucchini è ancora ferma, le imprese dell’indotto sono bloccate, gli investimenti stentano a consolidarsi e i lavoratori si barcamenano tra contratti di solidarietà e cassa integrazione. Lanciamo a gran voce l'allarme sull'impasse in cui è finita la vicenda di Cevital e sulla necessità di misure urgenti affinché Piombino torni a produrre acciaio”.

Ritenute confortanti, d'altro canto, i nuovi tempi dettati per le bonifiche del Sin, l'investimento di Nuovo Pignone per il progetto General Electric per il 2019 e l'attività di Piombino Industrie Marittime (leggi qui sotto gli articoli correlati). Novità che come ha tenuto a sottolineare il presidente Paoletti non bastano, soprattutto perché il territorio ha bisogno di risposte ora non più rinviabili.

"Come Confindustria sono molteplici le iniziative che abbiamo messo in atto a sostegno dell’innovazione e della competitività delle nostre imprese affinché la produttività di quest’area possa ripartire, - ha concluso il presidente - ma ravvisiamo l'esigenza che la situazione di Piombino sia affrontata in un tavolo negoziale con il Governo in quanto le implicazioni per il sistema industriale di gran parte della fascia costiera della Toscana sono molto rilevanti”.