Cultura

"La cultura per rigenerare spazi urbani"

Benedetta Celati, assegnista di ricerca nell’Università di Pisa è intervenuta in merito al progetto del Manifesto dei 20 per Piombino

Piombino

"Ho apprezzato le intenzioni del Manifesto dei 20 per il rilancio delle attività culturali nella città di Piombino, trovando di grande interesse la proposta, che ho colto nel testo e visto rafforzarsi col dibattito, di collaborare per lo sviluppo di una 'visione strategica di crescita culturale della comunità'. A una profonda crisi della cultura non può che accompagnarsi l’eclissi dell’idea di città come progetto condiviso". Parole di Benedetta Celati, assegnista di ricerca nell’Università di Pisa in merito al dibattito aperto sul ruolo della cultura a Piombino.

"Questa evoluzione può essere arrestata restituendo alla cultura il ruolo di imprescindibile strumento per la costruzione dell’immaginario collettivo e attivando percorsi, il più possibile partecipativi, di riappropriazione dal basso dello spazio pubblico, luogo di quell’agire insieme che è forma di espressione della libertà umana. - ha spiegato - La chiamata alla partecipazione insita nel manifesto così come il primo progetto operativo avviato dai promotori, la mappa della cultura, mi hanno fatto pensare a come il diritto, negli ultimi anni, si è relazionato con i temi dell’urbano e della città vissuta dai suoi abitanti". 

“Usare la città per renderla nuovamente 'cosa umana per eccellenza' sembra pertanto essere lo spunto che da queste pratiche è possibile cogliere. - ha spiegato - Considerata proprio la significatività di tali esperienze, la Direzione Generale Arte e Architettura Contemporanee e Periferie Urbane del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo ha creato, al fine di favorire una virtuosa circolazione delle prassi e delle idee, un Osservatorio online contenente diversi censimenti e mappature di questo tipo. La mappa della cultura piombinese, presentata pubblicamente nel mese di agosto e concepita come strumento per mettere in rete energie e soggetti presenti sul territorio, potrebbe dunque beneficiare delle suggestioni offerte dai progetti altrove realizzati". 

"Una rigenerazione culturale - ha concluso - che deve essere necessariamente interpretata quale elemento fondante di analisi critica, mezzo per capire la realtà e costruire così la città secondo forme nuove, ritornando a occuparne attivamente gli spazi".