Roberto Innocenti è il primo portiere che ho visto difendere i pali della porta nerazzurra. È una storia che ho già raccontato, era il 24 novembre del 1968 e il Quarrata mi guastò il compleanno perché vinse due a zero al Magona. Sì, perché quella partita era il mio regalo di compleanno, dopo tanto tempo che insistevo con mio padre per andare allo stadio a vedere giocare il Piombino. Ho cominciato con una sconfitta, peccato. Il Piombino disputava la serie D e arrivò ultimo, tornando in Promozione. Ma io da quel giorno non l’ho più abbandonato.
Innocenti difendeva la porta del Piombino anche nel 1967/68, stagione più interessante che non ho seguito, infatti ci piazzammo ottavi in serie D; si alternava con Doriano Vannoni e aveva già trent’anni, la parte migliore della carriera l’aveva terminata, restavano le categorie minori, nella città dove era nato nel 1938. Innocenti si è tolto molte soddisfazioni calcistiche, addirittura due stagioni in serie B con il Catanzaro (1962/63 e 1963/64) del Presidente Nicola Ceravolo, allenato da Enzo Dolfin, in una squadra che contava tra le sue fila anche Osvaldo Bagnoli, un attaccante che avrebbe vinto lo scudetto come allenatore del Verona. Nel 1962/63 giunse dodicesimo in B con il Catanzaro, 16 presenze e 22 reti subite, avvicendandosi tra i pali con Luigi Bertossi. La rosa di quel Catanzaro: Bertossi, Innocenti, Bonari, Micelli, Nardin, Raise, Bigagnoli, Errichiello, Frontali, Mecozzi, Tulissi, Bagnoli, Galli, Ghersetich, Maccacaro, Sardei, Susan, Vanini, Zavaglio. In questo periodo vide sfumare per un soffio un contratto con la Sampdoria in serie A, che avrebbe significato un salto importante, l’occasione della vita, un treno che passa una sola volta. Catanzaro resta il punto più alto della carriera di Innocenti, ma non vanno dimenticati gli esordi, da giovanissimo, con l’Aurora Castagneto, quindi - stagione 1958/59 e 1959/60 - i primi impegni(ventenne) in un campionato di serie D, a difendere il pali del Grosseto (55 presenze in due anni). Roberto vola in Sardegna, sempre in serie D, per giocare nel Calangianus (1960/61 e 1961/62), 62 presenze in due anni, ed è proprio dall’isola che fu di Gigi Riva che parte per Catanzaro, saltando due categorie.
Finita l’esperienza professionistica Roberto torna nella sua Piombino, gioca un anno nell’Audace Portoferraio (1966/67) in Seconda Categoria, solo due partite, quindi lo prende il Piombino dove disputa ben quattro stagioni, due in serie D e due in Promozione. Innocenti aveva giocato contro il Piombino al Magona quando era portiere della squadra sarda, vincendo 2 a 1 in trasferta (9 ottobre 1960) e pareggiando a Calangianus (1-1), il 19 febbraio 1961), portiere del Piombino era Guarguaglini. Anche l’anno successivo Innocenti era sceso in campo da avversario, perdendo al Magona 1 a 0 con il Calangianus (5 novembre 1961) e pareggiando in Sardegna (1-1) l’11 marzo del 1962. Non era la prima volta che giocava contro il Piombino da avversario, già con la maglia del Grosseto aveva affrontato i nerazzurri in alcuni storici derby di serie D, perdendo 1 a 0 (22 marzo 1959), vincendo 3 a 0 (15 novembre 1959) e pareggiando a reti bianche al Magona (3 aprile 1960). Gli anni a Piombino vedono un Innocenti in declino, ormai trentenne, giocare 7 gare nel 1967/68 con trainer Lancioni, ingaggiato per dare sicurezza al giovane Doriano Vannoni, portiere da lanciare in una squadra fatta di nomi interessanti (Lavarello, Parola, Arrostini, Ennas, Galli, Baratta). Sono 14 presenze nel 1968/69 (alternandosi con Semenzin), ancora con Remo Lancioni allenatore, meno fruttuosa della precedente perché arriva la retrocessione nei Dilettanti, colpa di un attacco anemico e di tanti giocatori che non si inseriscono bene. Arriva il portiere Semenzin dalla Lucchese, in panchina subentrano Gino Ieri e la bandiera Dante Pepi, ma le cose non cambiano e i nerazzurri arrivano ultimi. Troppe sconfitte per uno a zero non recuperate! Innocenti conta 26 presenze nel 1969/70 in Promozione, stagione in cui arriviamo sesti (ma non basta per risalire!) con Gino Ieri allenatore e il grande Enzo Badiani al centro dell’attacco coadiuvato da Eros Bientiensi, un sanvincenzino che segna molto. Infine 14 presenze nel 1970/71 (alternandosi con il giovane Caporali), per un piazzamento modesto (dodicesimi) e salvezza raggiunta d’un soffio, con il Presidente Gino Volpi che affida la squadra a Guido Ansaldi. Per fortuna che scopriamo Valerio Valeri goleador con ben 14 reti e Luciano Bianchi comincia a mostrare di che pasta è fatto.
La fine della carriera agonistica di Innocenti lo vede difendere la porta del San Vincenzo per due stagioni (1971/72 e 1972/73), sia in Seconda che in Prima Categoria (51 presenze), ultima stagione a Scarlino (1973/74) in Terza Categoria. La parentesi da allenatore ricorda Roberto a Suvereto in Seconda Categoria per due stagioni (1981/82 e 1982/83), ma la sua vera vocazione è il Settore Giovanile, che coincide con il rientro nella società di viale Regina Margherita per guidare giovanissimi e allievi. Insegnare ai ragazzi è la passione di Innocenti che per molti anni si specializza anche come preparatore dei portieri nerazzurri, dei quali è stato un vero Maestro. Roberto Innocenti difettava in altezza, purtroppo, altrimenti avrebbe fatto una carriera migliore, ma era agile e scattante, pronto nei colpi di reni, raggiungeva i palloni più difficili e aveva grande tempismo nelle uscite sui piedi degli attaccanti. Portiere regolare, metodico, non avvezzo a cose spericolate, amava difendere la porta guidando la difesa e restando nell’area piccola che proteggeva con esperienza. Roberto muore nel 2014, a 76 anni, dopo un anno dalla diagnosi di mesotelioma pleurico, il tumore silenzioso provocato dalle fibre d’amianto. Lascia il figlio Luciano, commerciante nel settore dell’abbigliamento, e la moglie, Giuliana Gherardini, poco prima di tagliare il traguardo dei 50 anni di nozze.
Roberto Innocenti amava la caccia, spesso lo incontravi a passeggio in corso Italia a braccetto con la moglie, sfoggiando un immancabile sorriso. A volte lo vedevi accompagnare fuori il cane Jerry, lo springspaniel che fungeva anche da valido aiutante di caccia. Roberto Innocenti aveva chiuso con il professionismo rientrando a Piombino, come molti assunto in fabbrica, alle Acciaierie, operaio saldatore, per lavorare in diversi reparti dello stabilimento. Un uomo buono e amico di tutti che ho incontrato molte volte in panchina ai tempi in cui arbitravo il Settore Giovanile, calciatore corretto e preparatore di giovani da non dimenticare.