RIGASSIFICATORE

Dal rigassificatore al meteorite, è polemica

Il tweet di Calenda fa infuriare gran parte della comunità piombinese che da mesi cerca di far valere le sue ragioni contro il rigassificatore

Mentre in Val di Cornia si vanno moltiplicando le attestazioni di solidarietà al presidente della Regione Toscana e commissario per il rigassificatore Eugenio Giani dopo il post di minaccia postato nel gruppo Facebook del no al rigassificatore, la comunità piombinese attende delle scuse dopo il post di Carlo Calenda su Twitter.

Questo il contenuto del post: “Un paese che merita il meteorite. Una nave sulla darsena industriale. In mezzo al nulla e vicina solo ad un'acciaieria. Chissà, forse la vogliono color fragola o magari su toni autunnali". Così si legge in riferimento alla nave rigassificatore prevista all'interno del porto di Piombino”.

Le parole di Calenda non sono passate inosservate e hanno indignato la comunità per più di un motivo. Passi l’ironia sul colore del rigassificatore, ma invocare un meteorite e ritenere che il rigassificatore a Piombino sia posizionato in mezzo al nulla ha fatto infuriare molti piombinesi.

Tantissimi i messaggi e i commenti di risposta al leader di Azione che dovrebbe conoscere la città di Piombino in quanto da ministro per lo Sviluppo economico ha trattato l’arrivo di Jindal per le acciaierie. Molte le testimonianze in cui evidenziano come il rigassificatore nel porto di Piombino non sia poi così nel nulla, considerata la presenza di attività all’interno del porto stesso e le prime case in linea d’aria a circa 700 metri dalla futura collocazione dell’infrastruttura.

C’è invece chi sostiene che sul caso sia stata generata confusione, ritenendo l’invettiva di Calenda rivolta al paese Italia e alle Soprintendenze che si occupano del colore di una nave invece di concentrare il dibattito su altri aspetti.

Infine, all’indomani di appelli a riportare il dibattito sul rigassifictaore a toni più pacati, il post di Calenda riaccende il malumore e la polemica su un progetto che in molti in città non vogliono.