Politica

Demolizioni, "non trascurare problema amianto"

Per Gelichi (Ascolta Piombino) va affrontato il profilo ambientale e salutistico dell'intervento, senza tralasciare le sorti delle aree liberate

Riccardo Gelichi

A proposito delle dismissioni all'interno dello stabilimento siderurgico di Piombino, il portavoce di Ascolta Piombino Riccardo Gelichi è intervenuto chiedendo quelle attese rassicurazioni proprio sulle modalità che in questo periodo sono state messe sotto la lente dai cittadini, anche alla luce del tavolo richiesto dal sindaco Francesco Ferrari.

"Quando saranno demolite le aree della fabbrica contenenti amianto? - domanda Gelichi - Soltanto nella seconda fase, di cui non abbiamo ancora i tempi, sono previste le demolizioni delle aree della fabbrica con la presenza di amianto, che ci risulterebbero quattro. Queste demolizioni saranno molto più complesse e molto più costose, difficilmente realizzabili senza un intervento del Governo centrale, ecco perché probabilmente messe in una seconda fase. Sotto un profilo ambientale e salutistico per i piombinesi, le aree contenenti amianto avrebbero dovuto essere demolite in sicurezza per prime, con buona pace dei comitati che su questa roba, continuano a tacere. Possibile che quest’amministrazione si limiti a declamare banali opinioni e non pensi a questi aspetti? Una possibilità per intervenire sull’amianto potrebbe essere intercettata attraverso il perfezionamento del memorandum riguardante il rigassificatore, richiedendo con forza, le opportune compensazioni per un intervento di bonifica ambientale".

"La fase delle demolizioni dell’ex acciaieria di Piombino non è per niente banale il fatto di liberare ampie aree dai vecchi capannoni potrebbe aprire nuovi scenari per un utilizzo produttivo di quegli spazi. È altresì necessario che Jsw elabori un piano industriale di rilancio del comparto siderurgico per capire quali sono le sue aree di reale e inderogabile interesse, così com’è lapalissiano che su questi temi servirebbe un’intesa fra l’azienda e il Comune di Piombino, poiché quest’ultimo avrebbe l’onere di programmare il territorio", ha concluso Gelichi.