Cronaca

"Infermiera colpita per coprire lacune"

Dura linea difensiva dell'avvocato di Fausta Bonino che ha chiesto spiegazioni sul mancato utilizzo delle telecamere per le indagini

Al termine dell’interrogatorio di garanzia svoltosi questa mattina nel carcere Don Bosco di Pisa, l’avvocato Cesarina Barghini delinea un quadro di difesa ben chiaro.

“Gli inquirenti sono stati abilmente depistati e la procura non ha seguito nessun’altra pista alternativa”, così il legale dell’infermiera Fausta Bonino accusata di aver ucciso 13 persone all’ospedale di Piombino iniettando dosi massicce di eparina.

"Lei - ha spiegato il legale - era il soggetto più debole e più facile da colpire da chi aveva interesse a coprire determinate lacune o inadempienze".

Perché non sono state utilizzate le telecamere? Perché non è stato somministrato il solfato di protamina per bloccare le emorragie? 

"Ci chiediamo perché la procura e i carabinieri del Nas abbiano scelto di non impiegare le telecamere in reparto per queste indagini. Se ci fossero state si sarebbero potute salvare tre persone ed evitare tre decessi. Ho fatto notare questo aspetto anche oggi ma gli inquirenti non hanno replicato”. E sempre a margine dell’interrogatorio l’avvocato Barghini aggiunge: “Dobbiamo chiederci come mai non è stato fatto il solfato di protamina, un antidoto che ha effetto immediato su qualunque emorragia”.

A queste domande cercheranno di rispondere le investigazioni attivate proprio dalla difesa.