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​Diletta Venturi, tra diritti umani e sfilate

Su #tuttoPIOMBINO di QUInews Valdicornia, Gordiano Lupi ci fa conoscere sogni e ambizioni di Diletta Venturi

Diletta Venturi (Foto di Cosimo Bellocci)

Diletta Venturi nasce a Barga, in quel cantuccio d’ombra romita di pascoliana memoria, posto dove tornare per ritrovare radici, ma cresce a Piombino, vero luogo del cuore, di cui sentire la mancanza, da lontano, pure se ormai lo sappiamo quanto sia importante partire per provare nostalgia. In questa rubrica ho già parlato di Giovanna Centiliri, la parrucchiera del Poggetto, la prima donna in famiglia a entrare nel mondo della moda, acconciando le dive del cinema, forse è proprio il suo esempio a spingere Diletta ad avvicinarsi alle passerelle. Pure mamma Sabrina, donna libera ed energica, gioca un ruolo importante, ché da buona madre trasmette principi morali, regole di vita, pure un pizzico di complicità femminile che porta a sfidare il destino e a mettersi in gioco. La madre presenta sfilate ed eventi, avvicina Diletta al lavoro di modella, quindi la convince a partecipare a Miss Italia, un modo come un altro per vincere le insicurezze, per dimostrare non solo di essere una bella ragazza ma di avere anche qualcosa da dire. Da Miss Italia al mondo della moda che conta il passo è breve ma non così facile e scontato, perché lavorare a Milano è un impegno non da poco, per i ritmi che impone, per uno stile di vita così diverso da quello della provincia. Diletta vuol dimostrare di potercela fare, conosce colleghe che sfilano e studiano, proprio come lei, che passano dai libri alla passerella, che non si accontentano di apparire ma vogliono essere, diventare importanti, nel loro piccolo provare a cambiare il mondo. Non è facile far andare d’accordo le sfilate milanesi e i casting impegnativi con l’ambizione di laurearsi in giurisprudenza e coronare il sogno del nonno che voleva un avvocato in famiglia. Diletta decide che per il momento è più importante lo studio ma non abbandona la moda, torna in Toscana, nella sua Piombino, lavora per un’agenzia di Firenze dove i ritmi di vita sono più umani e resta il tempo per prendere il tanto agognato pezzo di carta, quella laurea che da sola non serve a molto, ma quando c’è carattere e determinazione è un valore aggiunto. Diletta non è una che se la tira, è una ragazza consapevole del suo valore e delle sue qualità, soprattutto vuole raggiungere degli obiettivi, dopo essersi diplomata al liceo linguistico; la madre e la nonna sono due fari, così come il ricordo di nonno Sergio che tifava per lei a bordo piscina, ai tempi del nuoto. Non è meno importante il padre, Emilio, che le ha donato non solo altezza e portamento, ma anche passione per lo sport e una disciplina di vita, che comporta la cura del proprio corpo. Diletta può contare anche su una sorta di fratello maggiore, Andrea, il compagno della madre, un amico, un sostegno per i problemi, una persona con cui confidarsi. Al giorno d’oggi una ragazza può portare avanti più progetti, seguendo precise regole, con la consapevolezza che servono studio e passione per arrivare al successo. Vai bimba!, diceva nonno Sergio, confidente e complice, custode di sogni e segreti, punto di riferimento di un’adolescenza inquieta, mentre vedeva la nipote pronta in vasca, ai blocchi di partenza. Diletta ne ha fatta di strada, per ricordare l’amore del nonno proverà a cambiare il mondo, come lui avrebbe voluto, magari lavorando per le Nazioni Unite, occupandosi di diritti umani, oggetto della tesi di laurea che discuterà a Marzo. Ecco i giovani che vogliamo, decisi e determinati, pronti a sfidare la vita cavalcando sogni e ambizioni.