Politica

Divampa la polemica per il sì del prete

Coppola: "Da credente praticante trovo tale esternazione una forzatura, legittima, ci mancherebbe, ma a mio modesto avviso inopportuna"

Ha destato parecchio scalpore il commento di don Pier Luigi Castelli pubblicato dal quotidiano Il Tirreno. Un commento che vede il parroco di Sant'Antimo sostenere il sì al referendum per la riforma costituzionale.

Non è la prima volta che sulle pagine dei giornali si è letto il parere di sindacati e imprenditori, dunque non solo politici e partiti, sull'appuntamento del 4 dicembre. Ma le parole del parroco hanno scatenato l'opinione pubblica che ha mostrato tutto il suo disappunto per questa esternazione. 

"Non entro nel merito delle argomentazioni addotte, o per l'indicazione di voto, qualunque essa sia. - ha commentato  Luigi Coppola (Udc) - Sinceramente, da credente praticante, trovo tale esternazione visibile e volutamente ostentata una forzatura, legittima, ci mancherebbe, ma a mio modesto avviso inopportuna. La Chiesa non si è espressa ufficialmente sul tema, oramai i cattolici sono trasversali, non ci sono più i grandi partiti ideologici e le barriere erette a difesa dei valori universali della dottrina sociale. Pertanto, l'ufficialità sulla stampa di un pensiero di parte di un sacerdote, che non è una semplice e comprensibile dichiarazione nell'ambito della propria parrocchia, può essere frainteso ed interpretato come un atto di divisione. Mi dispiace dirlo, con devoto rispetto, come è sempre mio costume nei confronti di un ministro di Dio, non condivido assolutamente tale iniziativa, che in questo frangente rischia di arrecare solamente disagio ai fedeli ed alla comunità ecclesiale, oltretutto, in un territorio martoriato da una profonda crisi economica e sociale. Il 1948 è passato da oltre 70 anni ed il partito dei cattolici, purtroppo, è oramai solo un vecchio ricordo".

Ma lo stesso parroco, esordendo nel suo articolo aveva messo le mani avanti dicendo che "se si fosse trattato di un pronunciamento riguardante i partiti, l'ufficio di parroco giustamente non mi avrebbe permesso di manifestarlo pubblicamente".