Attualità

La lettera del parroco che sta con la Sea Watch

Scritto dal parroco Pier Luigi Castelli della chiesta di Sant'Antimo Martire a Piombino il pensiero in merito alla vicenda Sea Watch 3

Riportiamo integralmente il pensiero di don Pier Luigi Castelli, parroco della Chiesa di Sant'Antimo a Piombino in merito alla vicenda Sea Watch. Pensiero condiviso e rilanciato da molti sui social network.

“Non l’ignavia, non l’indifferenza, non il silenzio

Il sottoscritto Pier Luigi Castelli, parroco di questa Chiesa di Sant’Antimo Martire, in Piombino, a titolo strettamente personale, senza coinvolgere alcun membro di questa Comunità, ma felice se qualcuno ne vuole liberamente condividere il pensiero, dichiara:

- Non in nome mio ha agito il Governo italiano e non gli riconosco il diritto di definire 'criminali' e 'atto di guerra' le decisioni assunte dalla Comandante della Sea Watch 3: guerra è piuttosto quella esplicitamente dichiarata nei confronti delle Ong che soccorrono disperati.
- Provo vergogna del diniego all’approdo per così tanti giorni anche dopo la disponibilità manifestata dall’Arcivescovo di Torino Cesare Nosiglia prima e da cinque Nazioni poi di accogliere le 42 persone che quell’imbarcazione trasportava.
- Non condivido e mi appare ipocrita la distinzione tra l’aspetto morale e quello legale cui si è richiamato il Presidente Conte: è 'immorale' quella legge che non rispetta la vita e la dignità delle persone, le quali sono sempre il fine e non il mezzo per le azioni politiche che si vogliono intraprendere. Approvo chi ha scritto: 'la questione interpella l’etica prima ancora della legge e della politica'.
- Vedo la fine di una Unione Europea che non è capace di farsi carico 'in solido' delle profonde ferite del mondo e delle epocali sue trasformazioni, ricorrendo – con anche il nostro Governo assente e complice – ad egoismi nazionali e a lucrare su paure in gran parte indotte.
- Stigmatizzo l’atteggiamento di chi sbandiera simboli di fede e di preghiera, pellegrinaggi e presenze in luoghi cari alla devozione popolare e poi offende, con provocazioni contrarie, lo spirito e la lettera del Vangelo e la testimonianza che Gesù Cristo ha offerto: 'il sabato è per l’uomo, non l’uomo per il sabato'.
- Ascolto con sofferenza le dichiarazioni: 'non prendiamo lezioni da nessuno', quando ormai è evidente e ancor più doloroso che – diversamente dalla nostra storia e dalla nostra civiltà – ci siamo messi in condizione di non poterne dare più ad alcuno.
- Accetto che si rimproveri la mia persona e i miei atteggiamenti di essere non adeguati al Vangelo di Gesù che io professo con convinzione, ma si dimostri che ciò che io ora ho affermato è contrario a quel Vangelo! Prima che sia troppo tardi voglio evitare l’ignavia, l’indifferenza, la complicità anche del silenzio.”