Politica

"Perché citare Martin Luter King il 25 Aprile?"

Lo ha segnalato il Pd criticando la scelta dell'Amministrazione per la frase scritta sui manifesti. Contestata anche la cerimonia in forma statica

Una corona di alloro

Fino a che tutti non sono liberi, nessuno è libero. Questa è la frase che si legge sui manifesti affissi dall'Amministrazione comunale per celebrare il 76esimo anniversario della liberazione dell'Italia dai nazifascisti.

Niente di più vero e condivisibile, per il Pd piombinese ma sorge una domanda: "perché l'Amministrazione comunale piombinese ha scelto di celebrare il 25 Aprile con una frase di Martin Luter King? I diritti degli afro americani e le battaglie per l'emancipazione delle minoranze, sono temi che fanno parte del nostro Dna che siamo pronti a discutere con Ferrari se e quando vorrà. Ma la festa della liberazione in Italia ha origini precise non è la festa di un principio per quanto di per sé importante. È la festa della liberazione di un paese dal regime nazifascista. È la giornata in cui si celebrano partigiani e antifascisti che con il loro sacrificio hanno reso possibile la libertà".

Lo ha sottolineato il Pd in una note criticando la scelta dell'Amministrazione comunale.

"Ancora una volta si deduce che il sindaco Ferrari, come in altre occasioni, ha difficoltà a pronunciare e condannare il fascismo e le nefandezze che la storia ha dimostrato. Ancora una volta la pandemia è usata a pretesto per limitare le celebrazioni della festa della liberazione. Chiediamo al sindaco Ferrari se sarebbe stato possibile organizzare un evento online per sottolineare la necessaria importanza di una ricorrenza come il 25 Aprile o se tutte le risorse del bilancio sono destinate al venti eventi per la stagione estiva? - hanno aggiunto - Per il secondo anno consecutivo, il 25 Aprile a Piombino, medaglia d'oro al valore militare, è gestito in sordina, nessun impegno, nessuno sforzo per dare dignità alla città e ai cittadini". 

"Probabilmente a seguito di molte lamentele pubblicate sui social, Ferrari promette un evento degno di questa data. Poteva pensarci prima? Le ricorrenze si celebrano quando il calendario segna rosso non dopo un mese, per rimediare agli errori. Dobbiamo ammettere - hanno concluso dal Pd - che su questi temi, la giunta Ferrari ha dato una svolta, il cambio marcia si è visto".

Qui invece riportiamo le parole pronunciate dal sindaco Francesco Ferrare durante la deposizione della corona di alloro al monumento ai caduti: "Anche quest’anno il 25 aprile ricorre in un periodo difficile per la comunità nazionale. Un momento di incertezza per le condizioni economiche del Paese e, più di tutto, per la salute collettiva, la nostra e quella dei nostri cari. A causa delle restrizioni per contenere la diffusione del coronavirus, anche quest’anno, come lo scorso, non abbiamo potuto organizzare una cerimonia come tradizionalmente accade a Piombino dovendo optare, invece, per un momento ristretto senza la partecipazione dei cittadini. Questo, come è accaduto in molte occasioni più o meno formali nell’ultimo anno, ci tiene lontani quando, invece, dovremmo essere insieme, uniti come comunità, per ricordare un pezzo di storia cruciale per il Paese, il momento fondante della Repubblica: la liberazione dal regime nazifascista. Il 25 aprile è una giornata che fa parte del patrimonio di tutta la Nazione, una ricorrenza in cui siamo chiamati a celebrare i valori che stanno alla base della Costituzione. I valori che tengono in piedi le fondamenta della nostra meravigliosa Italia. Fondamenta che noi tutti siamo chiamati a onorare ogni giorno, una democrazia che necessita di protezione e quotidiano impegno in ogni piccola azione che tutti noi compiamo. Il 25 aprile incarna tutti i valori che devono guidarci nelle nostre vite e che noi siamo chiamati a tramandare ai nostri figli. Oggi, seppur in pochi e con i volti coperti dalle mascherine, è questo che celebriamo e che dobbiamo continuare a celebrare ogni giorno, tutti insieme, seppur distanti, finché non potremo tornare alla normalità e restituire alla Festa della liberazione la giusta cerimonia, i giusti onori. Perché celebrare significa prima di tutto tenere viva la memoria, significa tenere viva la democrazia che è il dono più prezioso che i nostri avi ci hanno tramandato combattendo per la libertà".