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Il figlio di Capo Bianco

Su #tuttoPIOMBINO di QUInews Valdicornia “Il figlio di Capo Bianco. Ennio Fulcheris (1939 – 2024)“ di Gordiano Lupi. Foto di Giovanni Gualersi

Ennio Fulcheris era nato a Savona il 30 maggio 1939 ed è morto a Piombino il 25 febbraio 2024. Aveva 84 anni. Si era trasferito nella nostra città nel 1952, quando il padre - il famoso Capo Bianco - era venuto a lavorare in Acciaieria, qui aveva conosciuto e sposato Graziella, messo al mondo due figli (Alessandro ed Eleonora), da un po’ di tempo aveva anche due nipoti (Riccardo e Federico) e una nuora (Marinella). Un cognome atipico, Fulcheris, per le nostre zone, proviene dal Piemonte, per la precisione da Mondovì, il paese del padre. Ricordiamo Fulcheris calciatore nerazzurro per tre stagioni, nel Piombino allenato dal mitico Bruno Mochi, dal 1957 al 1960, Interregionale e Serie D, con esordio in prima squadra il 13 ottobre del 1957 niente meno che in Piombino - Pistoiese 3 a 1, ma lo troviamo in campo anche in un’altra grande partita: Piombino - Carrarese 1 a 0 (9 novembre 1958). Erano altri tempi, con Il Castiglioncello non ci facevamo i derby, ma gli allenamenti del giovedì, le squadre che scendevano in campo al Magona erano di ben altro prestigio. Pubblichiamo in calce all’articolo una foto (concessa da Giovanni Gualersi, autore di Almanacco nerazzurro) di quel grande Piombino 1957 - 58. Da sinistra a destra potete vedere: in piedi - Mochi (allenatore), Del Sarto, Tabani, Colombini, Lorenzelli, Pierozzi, Batistini. Accosciati - Semplici, Reami, Fulcheris, Picchi, Tafi. Tutti uomini che meriterebbero un articolo, un ricordo, una storia. Per alcuni già l’abbiamo fatto, per altri ci stiamo organizzando. A parte il calcio, Ennio ha fatto l’operaio in acciaieria, come molti piombinesi, ed è diventato capo reparto all’Afo 4. Tutti in città lo ricordano dietro il bancone del Bar Nazionale, il locale più elegante del corso, gestore intraprendente negli anni Ottanta e Novanta, come scrive il figlio Alessandro nel libro Bar Nazionale (Il Foglio Letterario). Il Bar Nazionale divenne il punto di ritrovo della buona borghesia locale, ma anche di tipi singolari e divertenti - su tutti il Pantera - che hanno contribuito a creare la leggenda, senza dimenticare i calciatori del Piombino di quel periodo storico. Radio Piombino Centrale è un’altra sua creatura, non da solo, certo, con tutti gli altri soci e collaboratori, anche con la moglie Graziella che per molto tempo ha passato dischi e condotto programmi. Ennio dirigeva il programma sportivo, al quale da ragazzo ho preso parte, insieme a Massimo Gherardi e Francesco Spagnoli. Il reparto promozione e pubblicità era il suo regno per il grande senso dell’economia - da buon ligure! - e per il fiuto negli affari. Ennio ha vissuto di passioni - tra queste caccia, pesca e raccolta di funghi con lunghe passeggiate nei boschi - che ha condiviso con il figlio Alessandro. Il calcio non è stato una passione minore, a parte il Piombino che ha sempre seguito da sostenitore dopo averci giocato, ha tifato Sampdoria per dovere di discendenza savonese. Per fortuna ha scritto un libro di memorie, pubblicato nel 2021, che non è solo il libro di Ennio Fulcheris, ma rispecchia la vita di molti piombinesi negli anni che vanno dalla fine degli anni Cinquanta a oggi. Il titolo - Il figlio di Capo Bianco - è un omaggio al padre Aldo, che sin da giovane ha avuto i capelli bianchi, proprio come Ennio. Piccola storia da non dimenticare, come vado dicendo da tempo, perché sono gli uomini che fanno la storia, nessuno si senta escluso. E tutti noi, Ennio, ti ricorderemo.