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Rossi, Piombino e la partita ArcelorMittal-Ilva

Enrico Rossi ha scritto al ministro Calenda per considerare il ruolo di Piombino nell'aggiudicazione dello stabilimento di Taranto

Enrico Rossi

Dopo le anticipazioni uscite nei giorni scorsi riguardo all'aggiudicazione a AM Investco Italy, la cordata ArcelorMittal-Mercegaglia, degli stabilimenti e degli altri asset del gruppo Ilva, il presidente della Regione Enrico Rossi ha scritto al ministro Carlo Calenda.

Il motivo? Prendere in considerazione del possibili sinergie tra la Magona d'Italia di Piombino e il nuovo assetto proprietario che si sta profilando all'Ilva di Taranto.

"Senza entrare nel merito di una procedura che attiene alla competenza del Governo italiano, – ha scritto Rossi - sono a far presente che, laddove tale anticipazione si trasformasse in realtà, è necessario che il Governo guardi con grande attenzione alle possibili e necessarie sinergie che si devono determinare con la 'Magona d'Italia' di Piombino che fa parte del gruppo ArcelorMittal".

Quello della Magona, si tratta di uno stabilimento che da tempo sta portando avanti un'operazione di risanamento e riqualificazione e che dopo una fase di difficoltà sta procedendo verso una fase di bilancio in attivo. "È importante quindi - ha aggiunto - che il Governo nazionale assuma con grande determinazione il tema della salvaguardia e della valorizzazione del sito di Piombino nell'ambito del confronto con gli eventuali nuovi proprietari del gruppo Ilva. Ciò – conclude la sua lettera il presidente - sia in relazione agli oltre 400 lavoratori impegnati direttamente e ai lavoratori dell'indotto, sia alla fase di passaggio, da lei ben conosciuta, che sta attraversando il polo siderurgico di Piombino".