Cronaca

Frode e bancarotta, imprenditore in carcere

Altre sei, invece, le persone indagate tra Toscana, Sicilia e Campania. C'è anche un tedesco indicato come prestanome dell'imprenditore

Rilevava le società, spesso in difficoltà finanziaria, le spogliava del patrimonio rivendendole a prezzi sovrastimati non pagati dall'acquirente con il solo scopo di creare crediti Iva da utilizzare indebitamente in compensazione per il pagamento di tributi. Questa la principale accusa nei confronti di un imprenditore di 52 anni di origini siciliane ma domiciliato a Piombino e che da anni lavora in Val di Cornia nel settore delle costruzioni. 

L'operazione condotta dalla Guardia di Finanza è partita due anni, da quanto è stata accerta la sua prima bancarotta fraudolenta. Con l'avanzamento delle indagini è emerso un giro di fatture false emesse e ricevute per oltre un milione di euro (leggi l'articolo correlato).

Assieme a lui sono indagate altre sei persone tra Toscana, Sicilia e Campania, uno anche di nazionalità tedesca, indicate come prestanome dell'imprenditore, per emissione e utilizzo di fatture false, infedele o omessa presentazione delle dichiarazioni fiscali, occultamento di documentazione contabile oltre a reati fallimentari. 

All'emissione del mandato d'arresto l'imprenditore era già in carcere per reati simili. Le Fiamme Gialle hanno disposto il sequestro delle quote societarie e di alcuni beni tra cui una Ferrari del valore di 300.000 euro.