Attualità

Una sfida dura come l'acciaio

"Industria e acciaio 2030" è l'attenta analisi dell'economia siderurgica che deve guardare oltre l'orizzonte per superare l'impasse degli ultimi anni

Parlare del futuro dell’acciaio in un momento in cui la città di Piombino è in attesa che si concretizzino gli importanti investimenti annunciati da Issad Rebrab potrebbe sembrare un paradosso. Vedere l’economia dell’acciaio proiettata al 2030 potrebbe sembrare una provocazione per quanti sono saldamente legati a quell’idea di industria degli anni rigogliosi passati.

E di fronte a un pubblico scarso ma attento sono stati tratteggiati gli aspetti geografici, sociali e politici del futuro dell’acciaio. A supporto il libro pubblicato da Siderweb, la community dell’acciaio, e distribuito gratuitamente, all’interno del quale gli addetti ai lavori hanno predetto l’andamento di questo settore dell’economia.

Un settore che deve più che mai guardare oltre i confini europei, verso l’Asia e l’Africa per esempio dove si prevede negli anni a venire un sensibile sviluppo demografico che comporterà la necessità di acciaio per soddisfare le più varie esigenze.

Presenti in sala il sindaco Massimo Giuliani e l’assessore alla Cultura Paola Pellegrini, il presidente e amministratore delegato di Siderweb Emanuele Morandi, Stefano Ferrari direttore responsabile Siderweb e il giornalista Giorgio Pasquinucci in qualità di moderatore dell’incontro. Proprio da loro sono emersi gli interrogativi sulle prospettive del domani.

Seppur il libro sia abbastanza tecnico, quello di venerdì pomeriggio non è stato un trattato sull’economia mondiale dell’acciaio. Piuttosto è stato l’occasione per valutare in chiave contemporanea la sfida della siderurgia. Il passaggio dall’economia di mercato alla sharing economy potrebbe rappresentare la chiave di volta per continuare a essere presenti sul mercato; a giocare un ruolo fondamentale la commistione di importanti fattori come innovazione, sostenibilità e distribuzione.

Non si tornerà a produrre l’acciaio che si produceva nel 2008, questo l’hanno detto, ma la tendenza rispetto al 2014 aumenterà (+23% rispetto al 2014, ma -13% rispetto al 2008).

L’analisi SWOT fornita per Piombino deve fare i conti con una serie di pro e contro. Se da un lato la sua cultura siderurgica e la produzione di alta qualità giocano a suo favore, dall’altro pesano i costi di riconversione, il cambiamento che sta attraversando e la crisi sul mercato. Ma questo delicato momento, che deve fare i conti con i tempi di ripresa dell’attività a regime, deve prendere in considerazione le prospettive mondiali e prendere in considerazione le opportunità che il nuovo mercato offrirà: la richiesta di prodotti di qualità, la vicinanza all’Africa e i legami con l’Algeria.

“Il mondo è il nostro mercato. - così è intervenuto l’amministratore delegato di Aferpi Fausto Azzi a conclusione dell’incontro – Stiamo già lavorando per riprendere una distribuzione a livello globale”. Una dichiarazione che sa di riscatto. E Piombino lo sta aspettando da un anno.