Attualità

Istantanee di Maggio

Su #tuttoPIOMBINO Gordiano Lupi propone un racconto ispirato a una serie di foto scattate da Riccardo Marchionni

Vista su Piazza Bovio a Piombino (Foto di Riccardo Marchionni)

Son foto in bianco e nero, neorealiste, quelle che ci raccontano il Maggio che viviamo, un mese insolito, più triste, primavera di panchine in controluce, in faccia all’Elba, nella piazza che fu dei grandi Appiani. 

La mia Cittadella, pervasa di pensieri, gabbiani in attesa, tortore innamorate, piccioni, qualche corvo nero, passeracci sulla balaustra del giardino che guarda il mare, proprio dove c’era l’ospedale, quello di Elisa, ma pure di mio nonno, il letto dell’ultimo saluto. 

Due biciclette abbandonate dai bambini non rendono gioioso un panorama di spettri e ricordi, dove un tempo vissero i Signori, dove d’estate passavano pellicole, cinema e sogni, adesso tramontati. 

L’agave getta i fiori in mezzo al cielo, come sempre, ignara di tutto, si confonde tra nubi scure e un chiarore d’alba, nel risveglio, offuscata dal tramonto quand’è sera e l’Elba ti saluta tra montagne, calette nascoste da strade che degradano verso case di vecchi pescatori. 

Piazza Bovio è troppo grigia, abbandonata persino dagli amanti, tra tamerici stanche, pervase di salmastro, molto più spesso arse di sole, polverose, mentre il piazzale di Marina attende feste, padelloni, sagre, la lega navale con pizze e pesce, tornei di basket sul campetto improvvisato, tra canestri posticci e nastro giallo. 

Le strade del centro mentre soffia lo scirocco ti pesan sulle spalle, sono grevi macigni da portare, facciate corrose dal salmastro, scrostate dai pensieri, portoni di legno tarlato e serrande ossidate, strette vie dove uccisero Alessandro. Via Malpertuso è proprio dietro la mia scuola, vecchio liceo di giorni ormai lontani, di albe fanciulle indimenticate, di panini al salame comprati di nascosto mentre Lucilla spiegava religione. 

E se passi da Salivoli trovi il sole che bacia una panchina, erba falciata d’un parco che era chiuso, lampioni surreali con spiaggia in controluce, in attesa d’un’estate che non sarà più la nostra estate. 

Il sole vorrebbe illuminare il grigio che adesso ci pervade, filtra da una periferia che scopre il mare, potrebbe farcela, credo, mentre riscopriamo strade d’una Piombino insolita, diversa, pensierosa, affranta, colpita al cuore, ma rassegnata no, quello è impossibile. 

Torneranno le sere d’estate e i tuoi occhi innamorati, torneranno le stelle, tornerà una chitarra e un falò; tu canterai la vita nei versi stonati di canzoni di mare. Toneremo a vivere con gli occhi immersi nell’Elba, seguendo il profilo d’una paranza che di primo mattino fa volare gabbiani affamati. Il nostro maggio è stato sogno e speranza, incontro d’amore e nebbioso scirocco, incubo che risveglia, fragilità del mondo. 

Restano poche foto d’un periodo che vorresti dimenticare, ma il tempo va fermato e reso eterno, in fondo sono i nostri ricordi, dobbiamo vivere con loro.

Le foto sono state scattate da Riccardo Marchionni.