L'appello per il lavoro e lo sviluppo a Piombino ha posto l'accento sugli effetti dello stop al passaggio del gas russo verso il continente europeo, attraverso i metanodotti ucraini, a seguito della scelta di Kiev di non procedere al rinnovo del contratto con Gazprom. Resta sempre la lente puntata sul rigassificatore di Piombino.
"Questa circostanza azzera, di fatto, l’importazione di metano da Mosca, eliminando, dalla disponibilità nazionale, circa 5,5 miliardi di metri cubi all’anno ed introducendo un forte elemento di criticità circa l’aumento delle bollette energetiche, ovvero di luce e gas, stimato intorno al 30 %, con ripercussioni su imprese e famiglie, secondo le previsioni dell’Arera, già dal primo trimestre del 2025. - hanno spiegato in una nota - Ed in questo quadro non può, certamente, essere di conforto il fatto che numerosi settori industriali energivori siano in crisi con la conseguente diminuzione dei consumi; circostanza che, anzi, deve destare allarme, in quanto rappresentativa di un pericoloso processo di deindustrializzazione in atto. Ciò premesso, la scelta del Governo di fare dell’Italia un hub del gas per la fornitura verso l’Europa settentrionale non può che essere ritenuta lungimirante, in quanto basata su una visione politica che proietta il Paese verso il Mediterraneo, facendo leva sulla sua posizione geografica. Trasformare l’Italia in uno snodo della distribuzione del gas è, assieme alla salvaguardia della sicurezza energetica nazionale, un obiettivo strategico fondamentale per acquisire un ruolo di alto profilo".
"In questo quadro, - hanno proseguito - i rigassificatori, come quello di Piombino in funzione dal mese di Luglio 2023 e Ravenna, di prossima attivazione, unitamente ai gasdotti, sono parte di una strategia nazionale di investimenti che mira a rafforzare l’infrastruttura per la distribuzione e la trasformazione del gas in energia e mostra l’intenzione di puntare su questo combustibile per gestire la transizione ecologica verso le fonti rinnovabili, essendo il gas, innegabilmente, il vettore energetico fondamentale nella transizione green. In altre parole, l’Italia, grazie alla sua posizione strategica e alle infrastrutture, si troverebbe a svolgere un ruolo di intermediario tra i paesi produttori di gas e quelli consumatori, accrescendo la sua rilevanza sia nell’Unione Europea, che nella più ampia regione mediterranea. Si tratta, con tutta evidenza, di una condizione che colloca Piombino al centro dell’agenda politica, assegnandoci un ruolo di primo piano nella più ampia strategia energetica nazionale ed europea".
"Non può sfuggire il fatto che questa circostanza coincide, temporalmente, con la delicata fase di stesura degli accordi di programma per il rilancio del distretto industriale e, più in generale, del sistema economico locale, che richiederanno notevoli risorse economiche per l’adeguamento della rete infrastrutturale viaria e ferroviaria, ed in particolare per il completamento dell’area portuale. Peraltro, non sarebbe decisamente trascurabile, riuscire a rendere concreta la già ventilata ipotesi di riduzione del 50 % delle bollette energetiche per imprese e famiglie, contenuta nel Memorandum per Piombino, che porrebbe in essere un fattore di competitività strutturale per il distretto industriale. Ciò premesso, anche in considerazione della notevole rilevanza, in ambito portuale, della movimentazione delle rinfuse liquide che, ad oggi, grazie alle gasiere, rappresentano una fondamentale fonte di lavoro per il porto piombinese, l’interrogativo è se saremo in grado, come comunità, di cogliere questa nuova opportunità o ci perderemo nuovamente in sterili polemiche di retroguardia?".
Insomma, con questa domanda L'appello per il lavoro e lo sviluppo a Piombino si domanda se "riusciremo a cogliere la forza della nostra attuale posizione politica per mettere in campo tutti gli strumenti utili, definirli nel modo corretto e dotarli delle risorse finanziarie adeguate, collocandoli in una visione di medio-lungo periodo per favorire lavoro e sviluppo nel nostro territorio".