Lavoro

Fim, Fiom e Uilm vogliono un posto al Mise

In questa fase decisiva per la fabbrica, i sindacati chiedono di essere parte attiva per ottenere certezze e garanzie. Chiamata per Di Maio

Foto di archivio

In una nota congiunta firmata da Fim, Fiom e Uilm viene offerto il punto di vista dei sindacati di fronte al passaggio della Ex Lucchini da Cevital (Aferpi) al gruppo indiano Jindal all'indomani della mancata firma per l'accordo di programma e in vista del nuovo incontro al Ministero dello Sviluppo economico.

"Il passaggio aveva tre sospensive: la prima consisteva nel raggiungimento di un accordo sindacale, poi è risultato sufficiente un verbale di incontro, la seconda negli aggiustamenti all'interno dell'Accordo di programma e la terza nel parere positivo da parte del Comitato di sorveglianza. - hanno ricordato Fim, Fiom e Uilm - Il sindacato nell'ultimo incontro al Ministero ha fatto la propria parte sul primo di questi punti, firmando il verbale di incontro dove vengono riportate tutte le garanzie richieste, con l'obiettivo di rilanciare lo stabilimento piombinese nel più breve tempo possibile, vista anche l'urgenza dell'uscita a breve del bando triennale delle rotaie delle Ferrovie dello Stato, di vitale importanza per il nostro stabilimento" (leggi qui sotto l'articolo correlato).

Ma, se da un lato è stata vista positivamente l'apertura del presidente della Regione Toscana Enrico Rossi riguardo la presenza del sindacato alla firma del nuovo Accordo di programma, dall'altra rimane l'esclusione dei rappresentanti sindacali dall'incontro del 20 Giugno (leggi qui sotto l'articolo consigliato).

"Fim, Fiom e Uilm hanno chiesto di essere presenti come parte attiva in quei tavoli, poiché a fronte della discussione in cui si parla oltre che di aspetti ambientali, anche di efficientamento energetico, di integrazioni che riguardano supporti pubblici per gli investimenti e concessioni portuali ultra decennali, riteniamo che dentro questo perimetro debbano essere inserite anche tutte le tutele necessarie al mantenimento e allo sviluppo di tutta l'occupazione attuale, intesa come lavoratori sia diretti che dell'indotto. Queste nostre richieste e tali garanzie, chiediamo che vengano inserite con chiarezza nel nuovo Accordo di Programma, visto che anche nell'ultimo incontro al Ministero hanno trovato la piena condivisione da chi rappresentava in tale riunione il Governo".

Come si legge nel comunicato diffuso dai sindacti, dal momento che giovedì sembra possa essere la giornata definitiva per quanto riguarda l'Accordo di Programma, il sindacato chiede di essere presente a tale incontro per essere aggiornato prima che questa fase determinante arrivi alla conclusione della trattativa, perché vuole avere certezza che le garanzie richieste sull'occupazione e sullo sviluppo siano debitamente presenti negli accordi che si andranno a sottoscrivere. 

A questo punto, inoltre, risulta fondamentale un incontro con il ministro Luigi Di Maio in rappresentanza del Ministero del Lavoro e dello Sviluppo Economico. Questo perché fra le garanzie richieste rimane aperta la fondamentale questione degli ammortizzatori sociali, "di cui chiediamo una copertura per tutti fintanto che il progetto industriale non sarà interamente realizzato e la discussione sul loro valore economico che deve rimanere come quello dell'indennità attuale".

Il 21 Giugno, insomma, potrebbe essere decisivo per il futuro della fabbrica e i sindacati rivendicano il loro ruolo.