Lavoro

"Da Di Maio o in piazza" operai pronti a protestare

La convocazione al Ministero del Lavoro doveva servire a discutere gli ammortizzatori legati al progetto Jindal. Fissata l'assemblea dei lavoratori

Fim, Fiom e Uilm chiamano a raccolta i lavoratori per un'assemblea vista la mancata convocazione al Ministero del Lavoro.

Attesa da mesi, la convocazione doveva servire per discutere di ammortizzatori sociali con l'auspicio di prorogare l'attuale Decreto Ministeriale a tutela dei lavoratori Aferpi e Piombino Logistics tramite una cassa integrazione speciale.

"Un'assemblea con tutti i lavoratori - hanno spiegato in una nota - per condividere un'iniziativa di Fim-Fiom-Uilm da svolgere a Roma la prossima settimana sotto il Ministero del Lavoro. Dicembre è ormai prossimo - hanno commentato - l'azienda si sta attivando per la richiesta di cassa integrazione in deroga presso la Regione Toscana, con il rischio di periodi in cui i lavoratori rimarrebbero scoperti e ulteriori perdite economiche che non sarebbero più sostenibili".

Visto la mancata convocazione, Fim, Fiom e Uilm hanno convocato un'assemblea dei lavoratori per giovedì 11 Ottobre dalle ore 10,30 alle 12 pressa la sala ex Dup o sotto la portineria centrale Aferpi in base alle condizioni meteo. 

"Le ore disponibili di cassa integrazione previste dal decreto per Aferpi e Piombino Logistics sono ormai in vista di esaurimento. - hanno aggiunto - Prima di essere costretti ad accettare il percorso individuato da Azienda, Regione e Tecnici del Ministero del Lavoro riteniamo non più rimandabile una forte mobilitazione sotto i palazzi romani per ottenere risposte chiare da questo Esecutivo. La vertenza Piombino merita l'attenzione come tutte le altre vertenze fin qui discusse dal ministro Di Maio, l'arrivo di un imprenditore siderurgico come Jindal apre importanti prospettive ma non risolve i problemi attuali d'incanto".

Insomma, per i sindacati in questa fase è più che mai fondamentale il sostegno al reddito che accompagni i lavoratori nel percorso a step illustrato da Jindal, "almeno fino a che non potranno ripartire in maniera costante i treni di laminazione, gli smantellamenti e gli investimenti necessari alla produzione di acciaio".