Lavoro

Jsw, quale scenario secondo il Camping Cig

La fotografia scattata dal coordinamento di lavoratori non lascia ben sperare e propone a sindacati e istituzione di tornare a manifestare

“Quel che si sta prospettando per la Val di Cornia è un futuro di disoccupazione e degrado ambientale. Se non viene cacciato, Jsw nel prossimo futuro licenzierà centinaia d dipendentii. Jsw non lavorerà più nemmeno i semilavorati di acciaio a Piombino. Continuerà invece a fare cassa smantellando gli impianti e utilizzerà le centinaia di ettari di terreno vicino al porto magari per ‘trattare’ la plastica o quant'altro, come già oggi dice Carrai. Oppure, come teme il Camping Cig, semplicemente per importare dall'India sfere e rotaie verso l'Europa attraverso l’hub commerciale di Piombino”. 

Questo è lo scenario previsto dal coordinamento Art. 1 Camping Cig preoccupato per le sorti dello stabilimento e dei lavoratori.

“Intanto, - hanno proseguito - con la scelta di piazzare il rigassificatore nel nostro porto, il Governo distrugge ogni possibilità di sviluppo basato sull'economia del mare ed una opportunità importante di diversificazione economica, occupazionale e culturale. Poi, invece di bonificare le centinaia di ettari del Sin, lascia che la Regione permetta di utilizzare tali aree per installare impianti che trattano rifiuti provenienti dal mercato o metterli nella discarica ex Rimateria”. 

A proposito dell'incontro al Mise del 31 maggio per il Camping Cig è sembrata proprio l'ennesima presa in giro per lavoratori e cittadini di Piombino:

Deve venire subito il governo a Piombino per tutte le sue emergenze e a chiarire se intende o no installare il promesso forno elettrico, della cui cancellazione Carrai incolpa Invitalia. La commessa rotaie deve essere assegnata alle acciaierie di Piombino, non già a Jsw, bensì allo stabilimento che veda lo Stato in posizione di comando, eventualmente accanto ad un privato di minoranza affidabile, dopo avere cacciato Jsw. Il ruolo di comando dello Stato nelle acciaierie è anche la premessa logica, economica e politica affinché lo Stato si occupi finalmente di Piombino anche per autentiche bonifiche del Sin”, hanno ribadito ricordando la proposta dei lavori di pubblica necessità, uscite volontarie incentivate e prepensionamenti.

“Quindi, - hanno concluso - proponiamo a lavoratori e cittadini, organizzazioni sindacali, e associazioni sociali e culturali, comunità religiose, forze politiche, istituzioni pubbliche e categorie economiche di impegnarsi attivamente per unificare gli obbiettivi e le lotte e costringere il governo a occuparsi di Piombino con un piano di rinascita territoriale. In questa prospettiva, proponiamo di dare vita a presidi permanenti alla fabbrica, in città e nel territorio per preparare una grande manifestazione con sciopero generale di tutta la Val di Cornia, che si faccia sentire finalmente a Roma”.