Lavoro

Jsw, i sindacati tornano a manifestare

Bandiere di Fim, Fiom, Uilm e Uglm sotto al municipio per tenere accesi i riflettori e aggiornare sulla vertenza Jsw dopo anni di promesse

I lavoratori sono tornati a manifestare a Piombino e a far sentire la loro voce dopo il recente incontro con il Ministero dello Sviluppo economico durante il quale non sono emerse sostanziali novità.

Davanti al municipio i sindacati hanno fatto il punto sulla vertenza Jsw, presenti istituzioni e lavoratori che hanno risposto al loro appello. Sul palco si sono alternati gli interventi dei sindacati Fim, Fiom, Uilm e Uglm e delle istituzioni.

"Inaccettabile dopo anni e mobilitazioni, trovarsi ancora a dover ripartire dal via, come inaccettabile è la minaccia da parte di Jindal di chiudere se non avrà la commessa delle rotaie. - ha commentato Lorenzo Fusco (Uilm) - Hanno presentato 4 piani differenti, ancora oggi non sappiamo se e a quale credere. Non possiamo fare gli errori del passato, le commesse e le concessioni dovranno essere vincolate a un piano industriale che garantisca sviluppo e occupazione, basta cambiali in bianco. La politica tutta, soprattutto quella presente oggi dovrà attivarsi con i propri canali al Governo e riferire che Piombino vuole essere protagonista del proprio futuro. Basta precarietà e ricatti di lavoro che minano gravemente la sicurezza".

A ricordare gli anni in cerca di una prospettiva per lo stabilimento di Piombino David Romagnani (Fiom) che ha ricordato sì l'importanza del porto e del turismo, senza però dimenticare i lavoratori dello stabilimento in cassa integrazione. "Cosa è sensato fare, cosa possiamo fare? La prima è mettere da parte le divisioni, dovremo provare a tutelare ciò che abbiamo e ciò che ci è già stato concesso. Ci aspettiamo le risposte dal Mise in ordine alle nostre richieste".

"Un ringraziamento sincero a tutti i lavoratori, gli studenti, i sindaci, gli esponenti politici e le istituzioni che stamani hanno contribuito a far sì che Piombino si proponga al prossimo incontro ministeriale, che dall'impegno preso dal vice ministro Todde si terrà nei primi giorni di Giugno, con un piano comune. - ha scritto Paolo Cappelli (Fim) in riferimento alla manifestazione - Il Governo dovrà con i fatti mettere in pratica la strategicità da sempre dichiarata e mai concretizzata. Il polo siderurgico ha tutti i presupposti per incastrarsi, in ottica di sviluppo nazionale industriale, basta che la politica ne fornisca gli strumenti. Continueremo, la dove ce ne verrà data l'occasione, di chiedere, se necessario urlando, le nostre idee e la volontà di questo territorio a tornare a colare acciaio. Lavoro vuol dire dignità e non potremmo mai accettare che qualcuno ci tolga la dignità".

"Né noi né i lavoratori siamo disposti ad ascoltare promesse che rischiano ancora una volta di non essere mantenute", ha commentato Antonio Spera (Uglm).

Intervenuto anche il sindaco Francesco Ferrari e del territorio e il consigliere regionale Gianni Anselmi.