Lavoro

Jsw, quale via seguire secondo l'Opposizione Cgil

La via maestra passa per il Polo siderurgico nazionale. "La presenza di Jindal così com'è è un freno a tutte le possibilità di sviluppo per piombino"

Opposizione Cgil

Per l'Opposizione Cgil le parole dei vertici Jsw durante la riunione del 12 Giugno sarebbero bastate per la messa in mora dell'azienda con l'attuazione dell'articolo 42 della Costituzione italiana con la requisizione dello stabilimento con l’invio nel più breve tempo possibile di un nuovo Commissario e un proprio managment.

L'azienda ha richiesto al Governo liquidità e garanzie per un prestito bancario, inoltre non è stato presentato alcun piano industriale (leggi qui l'articolo collegato).

"Tutti i presenti alla riunione pur sottolineando con più o meno forza il proprio stupore e indignazione, apprezzabile l’intervento di Mirko Rota responsabile della siderurgia della Fiom nazionale, non hanno detto no a tale richiesta ventilando, con l’ormai famoso Piano Siderurgico Nazionale che coinvolgerebbe Piombino, Taranto e Terni, come massima aspirazione possibile l’ingresso di Cassa Depositi e Prestiti nel capitale sociale senza specificare tempi e modalità. La riunione si è chiusa dando all’azienda un mese di tempo, aggiornando la riunione ai primi di Luglio, presentando il piano industriale senza il quale ogni cosa resta bloccata. - ha riferito l'Opposizione Cgil - Noi riteniamo che la via maestra sia quella della nazionalizzazione di questi tre impianti fondamentali per la manifattura italiana in moltissimi settori ed ognuno con le sue specificità, Piombino con i prodotti lunghi, Taranto per la sua quantità e Terni con acciai speciali, ma se joint venture avrà da essere riteniamo che le subordinate debbano essere la presenza come socio di maggioranza dello Stato o il mantenimento da parte dello Stato della golden share in modo di indirizzare la pianificazione industriale".

"La presenza di Jindal, così com’è, - ha concluso - è un freno a tutte le possibilità di sviluppo economico per Piombino e il suo circondario che non merita di stagnare ulteriormente, alle prese con una crisi economica devastante da oltre un decennio".