Attualità

La crisi industriale fa ancora paura

​Il gruppo di minoranza sindacale Camping Cig scrive alle segreterie sindacali nazionali e fa il quadro della complessa situazione piombinese

La paura è che il piano industriale piombinese non sia sufficiente a garantire un recupero della situazione occupazione e sociale del territorio.

“Oggi la vostra presenza è necessaria perché il problema non riguarda solo una categoria, - scrive il gruppo - per le aree di crisi come Piombino devono essere preparate vertenze territoriali, da presentare innanzi tutto alle istituzioni, nazionali e locali, e alle associazioni imprenditoriali con obiettivi tendenti alla riqualificazione sociale del territorio; riqualificazione che può passare solo da una salvaguardia dei livelli occupazionali preesistenti ed una massiccio aumento degli stessi nei prossimi anni”.

Il gruppo chiede maggiore attenzione per l’industria siderurgica in forte crisi non solo in Italia a causa, tra l’altro, di una sovrapproduzione di acciaio delle economie asiatiche. “Occorre che il governo e le istituzioni locali avviino una politica di ricerca e sviluppo di interessi comuni tra i territori a vocazione siderurgica – prosegue – e non di frammentazione di interessi localistici, con interventi differenziati per area, al fine di elaborare strategie di qualità, quantità e commercializzazione che favoriscano gli interessi di tutti”.

Insomma, bisogna garantire un percorso competitivo e all’avanguardia per Piombino che riesca a innescarsi il più presto possibile. Stato, Regione, Comuni e privati, allora, si uniscano per una task force straordinaria per la ripresa della città e lo sviluppo di nuovi sbocchi come, per esempio, il settore turistico.

Componente importante l’Aferpi che è chiamata a mantenere gli impegni assunti al momento dell’acquisizione dello stabilimento Lucchini e di tutti i territori demaniali in concessione. Il Camping Cig propone ai sindacati di adottare tre criteri per assicurare il rispetto degli accordi: legare gli anni della concessione delle aree portuali e demaniali all’effettivo rispetto degli accordi nei modi e nei tempi, legare anche la diminuzione del costo dell’energia a tale rispetto e se risulteranno fondate le voci giornalistiche di possibili spostamenti di impianti da Piombino ad altre realtà, verificare che tali cessioni non incidano sulle capacità produttive dell’impresa.