Attualità

La Val di Cornia non è estranea al caporalato

Secondo Flai Cgil sono aumentate le zone dove i lavoratori hanno trattamenti che non rispettano le condizioni standard di lavoro e retribuzione

Anche la Val di Cornia entra a far parte di quelle aree dove si fa concreta la piaga del caporalato. La nostra area, assieme a quelle della Maremma, della Val Tiberina e della Val di Chiana fanno delle Toscana una delle regioni dove si registra la presenza di lavoratori, soprattutto braccianti agricoli e operai impiegati negli allevamenti, in condizioni destandardizzata.

A diffondere la ricognizione di Flai Cgil (Federazione Lavoratori Agroindustria) è l’agenzia Adnkronos. Oltre alla Toscana, nel centro Italia si segnalazioni casi nelle Marche e nel Lazio. Al Sud non va meglio, dove in Abruzzo, Campania e Puglia si evidenzia che quasi la totalità delle province sono caratterizzate da questo fenomeno; non fanno eccezione Basilicata, Calabaria e la Sicilia. Tutte zone dove sorgono significativi poli agricolo-alimentari.