Cronaca

Ladro di biciclette beccato dai carabinieri

38enne di Follonica sorpreso alla guida di una particolare mountain bike, risultata essere stata rubata a Massa Marittima. L'uomo è stato denunciato

La bici rubta è stata restituita al proprietario

A seguito di alcune segnalazioni di furto di biciclette lasciate in sosta da turisti per recarsi al mare nei pressi della zona costiera in località Perelli, sono stati disposti mirati controlli dalla Compagnia Carabinieri di Piombino. In un uno dei numerosi controlli effettuati, la pattuglia della Stazione di Venturina Terme procedeva al controllo di un uomo che stava conducendo una mountain bike molto particolare di colore bianco e nero. Lo stesso dopo essere stato identificato in D.M., 38enne di Follonica, alle domande dei militari circa la particolarità della sua bicicletta dava delle risposte piuttosto evasive non riuscendo quasi a dire neanche la marca della stessa. L’attenzione dei carabinieri si incentrava quindi sulla legittimità della provenienza della stessa, domanda alla quale l’uomo rispondeva genericamente di averla comprata all’estero anni fa. Ovviamente insospettiti dall’atteggiamento e dalle risposte dell’uomo, i carabinieri decidevano di accompagnarlo presso la sede della Stazione di Venturina per effettuare accertamenti più accurati. Giunti in caserma, gli operanti verificavano che quella mountain bike si trattava di una Santa Cruz modello “Nomad” del valore di circa 5.000€. Effettuate alcune ricerche nelle varie banche dati, i carabinieri appuravano che una bici simile era stata rubata a ottobre del 2017 ai danni di un ragazzo di Massa Marittima. Quest’ultimo, immediatamente contattato, giungeva poco dopo in caserma portando al seguito la denuncia di furto. Dai riscontri successivi, stante la presenza di vari punzoni e numeri seriali del mezzo, emergeva in maniera inequivocabile che la bici fermata era proprio quella rubata mesi prima. La mountain bike veniva quindi restituita al legittimo proprietario che ovviamente era molto felice del fatto, mentre D.M., terminati gli atti di rito, veniva deferito in stato di libertà all’A.G. per il reato di ricettazione che prevede una pena compresa tra 2 e 8 anni di reclusione.