RIGASSIFICATORE

“Puntare sul gas è la direzione sbagliata”

Legambiente: “Purtroppo l’Italia continua ad essere fortemente dipendete dalle fonti fossili e rischia di veder peggiorare la situazione”

Legambiente a Piombino per il flash mob e il dibattito sui temi legati all’energia. “Puntare sul gas significa andare nella direzione sbagliata. - hanno commentato i promotori - Si aprano piuttosto i cantieri della transizione energetica vera basata su risparmio, efficienza e rinnovabili”.

A fare il punto è Legambienteche, nell’ambito della campagna d’informazione C’è Puzza di Gas, torna a lanciare, proprio da Piombino, un messaggio forte e chiaro: puntare sul gas significa andare nella direzione sbagliata. L’associazione da subito si è schierata contro la soluzione emergenziale prospettata, della rigassificazione del Gnl, a Piombino come a Ravenna.

“Non si tratta più di una soluzione tampone – di transizione, fu definita – come nei primi Anni Duemila, è una soluzione che semplicemente ci attarda su un modello vecchio, iniquo e che a livello globale è il principale detonatore di conflitti e guerre. - ha detto Legambiente - Purtroppo l’Italia continua ad essere fortemente dipendete dalle fonti fossili e rischia di veder peggiorare la situazione alla luce delle sostanziose politiche di diversificazione degli approvvigionamenti di gas fossile e il conseguente sviluppo di nuove infrastrutture nel Paese, su cui ha lavorato intensamente il precedente Governo Draghi per affrontare il tema dell’indipendenza dal gas russo e che il nuovo Esecutivo Meloni vuol seguire. Si aggiungano circa 43 impianti a gas in valutazione al MASE tra riconversioni, ampliamenti e nuove centrali per circa 12 GW di nuova potenza; e numerose infrastrutture come gasdotti, rigassificatori, depositi. Infrastrutture che, il più delle volte, vengono presentate come progetti per far fronte al contesto emergenziale, ma che nella realtà dei fatti, alla luce dei tempi di costruzione e delle prospettive di funzionamento, sembrano rappresentare dei veri e propri provvedimenti strutturali nella politica energetica italiana. Si pensi al caso dei rigassificatori, che stanno godendo di procedure autorizzative accelerate saltando la Valutazione d’Impatto Ambientale e di 30 milioni di euro di sussidi l’anno fino al 2043”.

“Per queste ragioni diciamo con convinzione no al gas mentre diciamo sì a una strategia energetica completamente nuova – hanno dichiarato Stefano Ciafani e Fausto Ferruzza, rispettivamente presidente nazionale e regionale di Legambiente – una strategia che miri ad abbattere tutti gli sprechi, a efficientare significativamente tutto il nostro patrimonio edilizio, a implementare quante più comunità energetiche possibili, reti elettriche e accumuli, e, soprattutto, a mettere in opera tutti quegli impianti da rinnovabili necessari per traguardare seriamente l’orizzonte della decarbonizzazione al 2050”.

E per i rischi legati alle dispersioni e agli sprechi, è nata la Campagna di informazione e sensibilizzazione di Legambiente C’e puzza di gas, sviluppata con il supporto di Clean Air Task Force (CATF).