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"Così si torna all'approccio degli anni Sessanta"

Legambiente ha scritto alle istituzioni nazionali e toscane per chiedere serietà e lungimiranza per il futuro industriale di Piombino

Fausto Ferruzza e Adriano Bruschi di Legambiente

I presidenti di Legambiente nazionale, Toscana e Piombino firmano una lettera indirizzata al presidente della regione Enrico Rossi, al sindaco di Piombino Massimo Giuliani, al ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti, al sottosegretario di Stato Claudio De Vincenti, al viceministro Teresa Bellanova e al sottosegretario all'Ambiente Silvia Velo per continuare a tenere accesi i riflettori sulla Variante urbanistica al Piano strutturale che venerdì, a colpi di maggioranza, sarà adottata in consiglio comunale.

"Procedure a dir poco accomodanti", secondo Legambiente che rispondono alle richieste della società Aferpi.

"Sembra di tornare all’approccio degli anni Sessanta, quando con troppa leggerezza in Italia si sono sacrificati ambiente e salute con l’illusione di salvare l’industria e l’occupazione. Il prezzo pagato è stato caro sotto tutti gli aspetti, perché persistere nell’errore? - si lette nella lettera - Riteniamo grave accettare di cedere nuove aree naturali all’industria e far passare una strada a traffico intenso vicino al centro abitato del quartiere Cotone-Poggetto e la zona di via Cavallotti, via Pisa, basandosi esclusivamente sulle richieste di un privato, senza verificarne la fondatezza e/o soluzioni tecniche alternative".

"A ciò si aggiunge che la Regione Toscana ha deciso di non sottoporre a Valutazione di Impatto Ambientale il Masterplan presentato da Aferpi, sulla base del quale si stanno prendendo decisioni urbanistiche importanti. - e hanno aggiunto - Ci chiediamo: il piano di un privato può essere assunto come piano con “valenza di interesse pubblico” senza le dovute verifiche degli enti pubblici preposti a fare l’interesse generale? Tra l’altro sulla base di sole promesse, senza che ci sia ancora un piano industriale né garanzie di investimenti".

Legambiente chiede alle istituzioni locali e nazionali di valutare con la dovuta serietà e nell’interesse generale le richieste di Aferpi, nella consapevolezza che un progetto industriale lungimirante rispetta ambiente e salute. "Chiediamo alla Regione Toscana e al Comune di Piombino di riconsiderare le decisioni urbanistiche fin qui prese per evitare di appaltare ad un privato la programmazione e la pianificazione del territorio".