Attualità

L'umanità del Cotone

Su #tuttoPIOMBINO di QUInews Valdicornia "L'umanità del Cotone" di Gordiano Lupi. Foto in apertura di Riccardo Marchionni.

Cotone (Foto di Riccardo Marchionni)

Ho visto per la prima volta la statua di Alessio Sozzi quando sono tornato a Piombino, dopo quasi vent’anni di assenza. Sono sincero, non mi sembrò un capolavoro, ma non sono un critico d’arte, la mia opinione da passante distratto contava davvero poco. Passando il tempo ho rivalutato quel blocco scolpito, non tanto per aver compreso il valore artistico di Sozzi, quanto per il senso metaforico che ho intravisto in quella struttura monolitica: una povera famiglia, in fondo, simbolo ideale per un quartiere povero. 

Il Cotone è il rione degli operai, il primo insediamento proletario, un tempo gli abitanti si affacciavano sullo scirocco per mangiare pane e spolverino mentre la cokeria produceva veleno e combustibile. A quel tempo l’umanità del Cotone erano i nostri padri e i nostri nonni che andavano a bruciare esistenze e speranze in un gigantesco altoforno dalla mostruosa bocca di fuoco con la fiamma sempre accesa esposta ai venti. Adesso l’umanità del Cotone sono pochi piombinesi reduci del passato e molte famiglie africane ben integrate, uomini e donne che vengono da lontano per inseguire un sogno, una piccola speranza, un soffio di normalità. 

Il mio Cotone è il ricordo d’un bambino che si lancia a perdifiato in bicicletta lungo la discesa ma fatica a risalire. Il mio Cotone è figlio d’un vecchio film di Virzì, luci e ombre, è il ricordo d’un vecchio padre che quell’altoforno non lo vuol più vedere. Il mio Cotone è un’umanità dolente e disperata, ma vitale, che soffre, sogna e spera. Il mio Cotone è un altoforno eternamente acceso, imponente, la sua umanità è meticcia e gioiosa, infaticabile e sorridente, corre ancora dietro a un pallone nelle piazze di periferia…

La foto in apertura è di Riccardo Marchionni, quelle in galleria di Dargys Ciberio.