A seguito del mancato pagamento degli stipendi dei circa 500 lavoratori della Liberty Magona, nonostante le rassicurazioni avute durante l'incontro al Mimit, le organizzazioni sindacali Fim, Fiom e Uilm hanno organizzato una manifestazione sotto al Comune di Piombino in programma il 30 Settembre. Il concentramento davanti al municipio avverrà intorno alle 15.
L’iniziativa, hanno spiegato, ha l’obiettivo di lanciare le rivendicazioni e le strategie necessarie a risolvere il problema che coinvolge 500 famiglie, difendendo lavoro, diritti e futuro del territorio.
"La Magona - hanno commentato - è un pilastro del polo siderurgico: verticalizza ciò che sarà prodotto nelle future acciaierie. Perdere questa realtà significa indebolire definitivamente Piombino e cancellare un'importante fine di reddito e sviluppo".
Solidarietà ai lavoratori è arrivata anche dall'Unione Sindacale di base. "Abbiamo sempre denunciato che le fabbriche strategiche andavano nazionalizzate, ma in troppi, compresi i sindacati confederali, non ci hanno mai creduto. Oggi più che mai serve nazionalizzare l’acciaio: Taranto, Piombino e Terni devono essere messi sotto controllo pubblico, perché l’acciaio è una risorsa fondamentale per qualsiasi paese civile. È un materiale riciclabile, indispensabile per l’autonomia produttiva del Paese, che non può restare ostaggio di multinazionali interessate solo agli utili degli azionisti e alla riduzione del costo del lavoro. Ricordiamoci: i coils per la Magona sarebbero dovuti arrivare da Taranto, se davvero ci fosse stata una strategia nazionale. Invece si continua a raccontare che l’Italia non ha le materie prime e che quindi non conviene. Per questo USB, - si legge in una nota - oltre a portare la propria solidarietà, si mette a disposizione per costruire insieme la lotta necessaria: per il lavoro, per la salute, per l’ambiente, per un Paese che non si inginocchia davanti agli interessi delle multinazionali".