Politica

“Quella campagna nega un diritto individuale”

Il movimento Volt Livorno si unisce alla protesta sollevata da giorni a Piombino. “Sdegno nei confronti di questi manifesti”

Un manifesto affisso

Il dissenso per i manifesti dell’associazione Pro Vita a Piombino è stato espresso anche da Volt Livorno, movimento progressista italiano.

“La presenza di questi manifesti è frutto di una campagna che vorrebbe negare un diritto individuale, non obbligatorio e che non riguarda chi non ha intenzione di esercitarlo. Il diritto all'aborto è stato conquistato in anni di lotte per l'autodeterminazione femminile, lotte che hanno sempre tutelato il diritto all'interruzione di gravidanza in salute e in totale sicurezza. - hanno commentato - Sicuramente chi non vuole abortire ha altre soluzioni a portata di mano ma non ha e non deve avere il diritto di decidere per altri. L’autodeterminazione delle donne non deve essere messa in dubbio. Ciascuna donna deve poter decidere per sé in sicurezza e con serenità”.

Dai dati regionali riguardo all’interruzione volontaria di gravidanza riferiti al 2017 si osserva la percentuale di personale obiettore dedicato all’attività ostetrica nelle strutture ospedaliere riguarda il 59,2% dei ginecologi, il 23,0% degli anestesisti e il 23,4% di altro personale non medico, tali proporzioni sono nettamente più basse rispetto alla media nazionale (rispettivamente 70,9%, 48,8 e 44,0% nel 2016). Nello specifico a Piombino nel 2017 su 7 ginecologi solo uno ha fatto obiezione di coscienza e nello stesso anno di riferimento hanno effettuato 72 IVG.

Volt, si legge in conclusione alla nota, esprime il proprio sdegno nei confronti di questa campagna e si unisce a tutti i movimenti politici e associazionistici che rifuggono queste modalità subdole e meschine di dibattere”.