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Matteo Talocchini, dal Salivoli alla Promozione

Lo scorso campionato ha fatto qualche apparizione in prima squadra, voglioso di far bene e determinato. L'intervista di Gordiano Lupi

Matteo Talocchini

Matteo Talocchini (2004) è un altro prodotto vincente del vivaio del Salivoli, società fondata negli anni Settanta dal grande Gilberto Allori, fucina di talenti e serbatoio per diverse squadre del comprensorio (e non solo). Per il futuro sarebbe auspicabile che il Piombino stringesse un accordo ancora più importante con il Salivoli, se proprio non si vorrà scegliere la strada di costruire una sola società con due anime con specializzazioni diverse (Settore Giovanile e Campionati Dilettanti). Talocchini è stato uno dei giocatori vincenti della compagine Juniores che si è piazzata prima nel suo raggruppamento e seconda in Toscana, qualificandosi per la Elite Regionale. Durante lo scorso campionato ha fatto qualche apparizione in prima squadra, è parso sempre attento alle indicazioni di Mister Brontolone, voglioso di far bene e determinato, ma le sue prestazioni non sempre sono state all’altezza delle gare disputate con la formazione Juniores. Quest’anno attendiamo la sua definitiva esplosione e la concreta affermazione come calciatore, perché - nonostante i suoi 19 anni - ha le carte in regola per prendere in mano le redini del centrocampo. Siamo andati a sentire dalla sua viva voce le prospettive per il prossimo campionato.

Ti ho visto giocare negli Juniores durante lo scorso campionato e a volte ti ho notato in affanno, con una sensibile differenza di rendimento. A tuo parere, perché? Un problema di esperienza?

Non credo di essere stato mai in affanno, forse mi sentivo fuori luogo, non sapevo come comportarmi in campo e non ero tanto sicuro di me.

Quale ruolo credi che ti verrà affidato e dove pensi di poter giocare
meglio ed essere determinante?

Il mio ruolo è il centrocampista centrale, il cosiddetto mediano. Ai tempi del Salivoli ho giocato per sei anni difensore centrale, ma al Piombino mi sento più sicuro giocando a centrocampo.

Mi racconti il tuo percorso calcistico? Sei nato nel Salivoli. Dove sta la magia di questa piccola società che alleva talenti?

Sono cresciuto nel Salivoli e sono rimasto lì per circa dieci anni. Mi sono divertito molto a Salivoli. Giorgio Lessi è stato un grande allenatore che mi ha insegnato molte cose dai cinque ai dodici anni. Dai dodici ai diciassette devo molto ad Andrea Cinquemani, perché se ora gioco a centrocampo è grazie a lui che ha provato a farmi cambiare ruolo. Tutta l’esperienza al Salivoli è stata importante, una società molto seria a livello calcistico, mi sono trovato benissimo con allenatori e dirigenti. Il Salivoli era una seconda casa, per me che avevo cominciato a frequentare il Marianelli a cinque anni, era diventata una famiglia, conoscevo molte persone, era diventata un’abitudine andare a giocare ogni pomeriggio sul campo di Calamoresca.

A cosa punta il Piombino 2023/24?

Puntiamo a fare un buon campionato, a salvarci senza problemi, ma tutto questo dipende da noi, dobbiamo vedere come inizieremo la stagione.

Tornerà il pubblico allo stadio?

Penso di sì, visto il numero di presenze per l’ultima partita dell’anno scorso contro l’Atletico Etruria. Eravamo tutti in ansia per quella gara. Per fortuna è finita bene…

Propositi personali e ambizioni?

Quest’anno al Piombino voglio impegnarmi di più e vorrei mostrare tutte le mie doti calcistiche, sperando di essere presente nelle partite di campionato.

Quale è il tuo calciatore di serie A di riferimento?

Il calciatore a cui mi ispiro per quanto riguarda il mio ruolo è Thiago Alcatàra, ma il mio giocatore preferito è Leonardo Spinazzola.

Matteo Talocchini è un altro uomo di centrocampo da tenere d’occhio, perché questa potrebbe essere la stagione della sua definitiva affermazione. Ha solo 19 anni…