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La protesta europea contro l'import dell'acciaio

A Bruxelles per rilanciare il settore siderurgico in Europa, mentre si pensa ai dazi per l'acciaio cinese. Piombino deve essere in prima linea

Mirko Lami, foto tratta dal profilo Facebook

"Fervono i preparativi della manifestazione europea dell'acciaio, in programma a Bruxelles per mercoledì 9 novembre. Sarà un grande appuntamento, attese per quel giorno oltre 10.000 persone", così Cgil Toscana ha annunciato l'appuntamento sotto l'egida "No a un'Europa senza acciaio!"

"Una iniziativa a livello europeo che bene si sposa con la nostra battaglia per far tornare la produzione di acciaio a Piombino. - hanno scritto in una nota del sindacato firmata da Mirko Lami - Il settore siderurgico in Europa sta attraversando la crisi più nera mai conosciuta, complice anche l'abbandono, nel 2002, del trattato della CECA che aveva ben funzionato nei 50 anni precedenti".

A livelo europeo oltre 80mila persone hanno perso il lavoro dallo scoppio della crisi economica del 2008. Come conseguenza delle ristrutturazioni l'occupazione totale è scesa sotto i 340mila dipendenti. "Per quanto ci riguarda molto più da vicino nel 2008 a Piombino lavoravano 2.400, ora sono 1.600", ha sottolineato invitando lavoratori e imprenditori a manifestare in prima linea.

Secondo Eurofer, l'associazione degli imprenditori siderurgici europei, le importazioni di acciaio nell’Ue nel 2016 sono cresciute nel primo quadrimestre del 24 per cento su anno, + 33 per cento prodotti lunghi, +11 per cento i piani. La Cina resta il principale esportatore, seguita da Russia, Ucraina, Corea del Sud e Turchia. Nel frattempo la Commissione Europea ha maturato la decisione di introdurre dazi provvisori all'acciaio cinese, tra il 13,2 per cento e il 22,6 per cento per i coils a caldo; verifiche sono in corso su altri paesi produttori come il Brasile, Iran, Russia, Ucraina e Serbia.