Lavoro

"Non devono firmare nessun tipo di accordo"

Firmare una presa d'atto dell'accordo di programma? C'è chi dice no per avere il tempo di approfondire il piano e informare i lavoratori

Dall'ultimo incontro al Ministero dello Sviluppo economico è emersa la richiesta posta ai sindacati di firmare un documento per la presa del business plan. Fissata per martedì 12 Giugno la nuova convocazione. Il Coordinamento Art. 1 Camping CIG, Il sindacato è un'altra cosa e l'Usb Piombino hanno detto stop. 

"Ancora una volta, come quattro anni fa, l’intenzione è quella di porre i lavoratori e tutta la comunità di fronte al fatto compiuto, senza un piano industriale degno di questo nome, senza una definizione di tempi, senza neppure l’indicazione dei livelli occupazionali, anche se tra le righe si capisce esattamente che ci saranno esuberi, e senza chiarezza né sugli ammortizzatori sociali né sui lavoratori dell’indotto. - hanno detto in una nota congiunta - Diciamo chiaramente ai sindacati che nel prossimo incontro non devono assolutamente firmare nessun tipo di accordo, per una questione di merito ed una di metodo".

Per i tre gruppi prima di firmare qualsiasi cosa è importante avere in mano un piano industriale di investimenti dettagliato, ma soprattutto è importante che prima di qualsiasi sottoscrizione vengano consultati i lavoratori che rappresentano per studiare e capire bene prima di decidere.

"Ogni altra scelta diversa da questa certificherà la vostra subalternità alle esigenze delle multinazionali e rappresenterà una ulteriore gravissima perdita di fiducia dei lavoratori", hanno concluso.

Intanto i sindacati generali di Fim, Fiom e Uilm a margine di un incontro sulla sicurezza sul lavoro che si è svolto a Firenze, si sono mostrati fiduciosi di questa nuova fase per l'acciaierie di Piombino. 

"Rispetto a come è stata drammatica quella vicenda, ci sembra che si sia incamminata in una soluzione positiva, quindi vogliamo essere ottimisti". ha detto Francesca Re David, segretaria generale della Fiom-Cgil. Più cauto Rocco Palombella (Uilm-Uil), per lui nonostante ci siano "tutte le condizioni per assicurare un futuro" bisognerà "verificare gli investimenti, e dobbiamo verificare il piano industriale. Solo quando abbiamo verificato realmente, concretamente queste cose - ha aggiunto - possiamo parlare di uscita da una situazione di crisi".

"Piombino è stata per tanti anni una delle capitali dell''acciaio di questo paese - ha commentato Marco Bentivogli (Fim-Cisl) - bisogna fare in modo che questo avvenga con un upgrade di tecnologie e di capacità produttiva". Secondo Bentivogli, sul caso specifico di Aferpi "siamo in una situazione che deve essere confermata come una svolta, non perdendo più tempo perché se ne è perso fin troppo".